“Armani”, “giubbotti”, “arancini”, “cartocciate” erano tutti termini usati per nascondere attività illecite compiute da un’organizzazione criminale che si occupava di spaccio di cocaina e marijuana sull’asse Calabria – Sicilia, fermata stamattina dalla Squadra mobile di Catania. Nove persone sono state arrestate perchè ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata al traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, aggravati dalle finalità mafiose e detenzione e porto illegale di armi.
Le indagini hanno fatto emergere che l’associazione aveva il suo fulcro nel nucleo familiare di Andrea Cambria, composto dallo stesso e dai figli Mario Carmelo e Sebastiano. Quest’ultimo, con la collaborazione di Mario Gerbino, Santo Strano e Alessandro Di Benedetto, si occupava dell’approvvigionamento dello stupefacente – privilegiando il mercato calabrese anche grazie a comprovati rapporti con le “ndrine” della Piana di Gioia Tauro (Reggio Calabria) – e della successiva commercializzazione al dettaglio curata dai due figli che gestivano due ‘piazze di spaccio’ ubicate a San Cristoforo e Zia Lisa.
Nel corso delle indagini sono stati sequestrati oltre 16 chili di cocaina e denaro in contanti per una somma complessiva di 500 mila euro.