Non si era ancora spenta l’eco dell’ultima passerella trionfalistica di Renzi e Oliverio, oggi diventato, per salvare la poltrona, più renziano di Renzi, sotto la galleria autostradale di Mormanno per annunciare un futuro fulgido e magnifiche sorti e progressive per la Calabria, che l’ISTAT si è incaricato di fornirci i dati impietosi ed inquietanti della realtà che sono totalmente diversi e contrastanti con la rappresentazione rose e fiori andata in scena a Mormanno con tanto di codazzo e di tifosi al seguito.
L’ISTAT ha certificato ancora una volta, e se possibile in modo peggiore anche rispetto al passato recente, lo stato comatoso dell’occupazione in Calabria che ha raggiunto il livello più basso della sua storia.
I dati Istat per quanto riguarda l’occupazione in Calabria confermano quanto già avevamo ipotizzato. Il disastro occupazionale in Calabria dimostra inequivocabilmente il fallimento del famigerato jobs act del Governo Renzi – Poletti.
Emerge che il tanto strombazzato Jobs act, che secondo Renzi, Poletti e i corifei del PD, doveva rappresentare il toccasana di tutti i mali dell’occupazione, ha addirittura un effetto negativo in Calabria, dove si registra una riduzione del numero degli occupati.
Nel 2015, anno in cui sono stati erogati gli incentivi massimi alle imprese per l’assunzione a tempo indeterminato dei lavoratori, l’occupazione calabrese è diminuita di ben 7.500 unità.
Questo risultato disastroso evidenzia non solo il fallimento del jobs Act, ma anche l’inefficacia e l’inadeguatezza di tutte quelle altre misure, a partire da quella chiamata “Garanzia Giovani”, che dovrebbero servire ad aumentare l’occupazione e che invece servono solo per dare soldi a fondo perduto alle imprese che, nella vecchia logica dei prenditori e non degli imprenditori, si accaparrano i soldi pubblici ma non creano nè lavoro nè occupazione.
Ma c’è un altro elemento che va sottolineato: la Calabria è l’unica regione del Sud che segna un saldo negativo dell’occupazione. Si tratta dell’effetto micidiale del combinato disposto del duo Renzi-Oliverio che peggio non potrebbero fare. Infatti, al fallimento delle politiche nazionali si accompagna il disastro di quelle regionali con il triste risultato di collocare la Calabria fanalino di coda tra tutte le regioni italiane. I fatti e non le parole, sanciscono il clamoroso fallimento di Oliverio.
Ed è evidente che di fronte a questo sfascio i giovani calabresi non hanno altra possibilità che quella di cercare di trovare in altri posti quel diritto al lavoro che qui gli viene negato.
Sono fallimentari le politiche attive per una semplice quanto elementare ragione di cui bisogna finalmente prendere atto. Fino a quando i soldi per l’occupazione saranno dati alle imprese i risultati saranno sempre negativi e, comunque, insoddisfacenti: dalla legge 488 di parecchi anni fa, fino agli ultimi provvedimenti del jobs act sono diversi miliardi di euro finiti nelle tasche dei prenditori senza aver generato nè sviluppo nè occupazione. Uno sperpero enorme di denaro pubblico che non è più accettabile.
Vanno, quindi, cambiate radicalmente e profondamente le politiche e le scelte regionali e nazionali.
La nostra proposta è chiara: la Regione approvi un piano straordinario per l’occupazione con il quale i soldi e gli incentivi pubblici per l’occupazione vengano spostati dalle imprese ai lavoratori, realizzando piani e programmi mirati a creare lavoro e sviluppo.
In tal senso, si possono sperimentare nuovo forme e nuovi strumenti che si possono chiamare “lavoro di cittadinanza”, assegnando direttamente ai giovani e ai lavoratori disoccupati un assegno lavorativo congruo che potrà essere poi utilizzato sul mercato del lavoro.
Bisogna avere il coraggio dell’innovazione insieme all’obiettivo di perseguire giustizia ed equità sociale. Solo questa è la strada che può rappresentare la via del riscatto e della rinascita della nostra regione. Altrimenti ci rimangono solo le chiacchiere e le passerelle di Renzi e di Oliverio.
IL SEGRETARIO REGIONALE DEL PCdI
MICHELANGELO TRIPODI