Ex-OMECA, Dieni (M5S): Falcomatà manda avanti i suoi accoliti ma su Ansaldo restano i dubbi

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“Prendo atto del fatto che il sindaco Falcomatà, impegnato com’è nel mietere visite di membri del Governo, non abbia il tempo di rispondere ad una domanda e manda avanti i suoi accoliti. Al di là della propaganda, tuttavia resta la preoccupazione.” Così Federica Dieni, parlamentare pentastellata risponde all’attacco del consigliere Nicola Paris.
“Non ho il bene di conoscere il consigliere Paris – continua la deputata – quindi non so a che titolo decida di rispondere se io chiamo in causa il Sindaco. Prendo atto tuttavia che egli si limita ad attaccarmi personalmente per la mia ‘approssimazione’, dandomi della ‘sprovveduta’ che ‘ignora’ e ‘parla solo per sentito dire’. Io mi ero limitata ad esprimere un timore relativo al fatto che Ansaldo Breda è interessata da un’inchiesta e che, secondo Mauro Moretti, amministratore delegato di Finmeccanica, Hitachi si sarebbe detta pentita dell’investimento, promettendosi di non fare lo stesso errore nel futuro. Paris d’altra parte su un fatto ha ragione: parlo per sentito dire, visto che non conosco personalmente né l’ad di Finmeccanica, né quello di Hitachi. Lui che ha invece informazioni di prima mano, e che evidentemente parla loro con una certa costanza, sono certa che potrà offrire rassicurazioni convincenti alla cittadinanza. Per quanto mi riguarda, esprimendo il mio ‘timore’, come si è fatto in altre realtà, circa il futuro di uno stabilimento così importante per Reggio, continuo a chiedere rassicurazioni al Sindaco di Reggio Calabria e a chiedergli, visto che tanto si è impegnato in passato per arrivare a questa ‘positiva’ situazione per le ex-Omeca, se ha informazioni tali da toglierci dubbi e preoccupazioni. Di solito si dice che almeno domandare è lecito…”
Termina la parlamentare 5 stelle: “Falcomatà sostiene, sempre per interposta persona, di essersi speso moltissimo per lo stabilimento Ansaldo Breda di Reggio. Forse chi punta il dito dovrebbe ricordare che non è stato il solo e che anche la sottoscritta è andata dal sottosegretario De Vincenti a parlare della questione, al momento della crisi. La differenza è semplicemente che mentre io sono libera di dire che l’accordo con Hitachi non offre alcuna garanzia, lui non può che sostenerlo perché così gli viene ordinato dal suo Governo. Questa in definitiva è la differente prerogativa di cui dispone chi è stato eletto con pochi click rispetto a chi si trova in un partito in cui le preferenze può accadere pure che vengano dalla ‘ndrangheta, come nel caso di Principe. ”

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