“Gioia Tauro non può essere questione residuale negli impegni della Giunta regionale”.
Lo afferma in una nota il capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, Alessandro Nicolò.
“L’intero schieramento sindacale ha diramato una nota in queste ore da cui si evince chiaramente come quella grande infrastruttura possa diventare una battaglia persa per lo sviluppo della Calabria e per le strategie del Paese. Prova ne sia – sottolinea Nicolò – il ricorso del terminalista Contship alla cassa integrazione quasi stabilmente, utilizzando per il 50% la forza lavoro. Se tutto ciò non è un segnale d’allarme, indichino il presidente Oliverio e l’assessore al ramo quale sia la loro chiave di lettura. Tanto il loro silenzio inquieta”.
“Se Gioia Tauro deve rimanere solo porto di transhipment nel piano nazionale dei trasporti, lo si dica con tutta franchezza. Spieghino, Renzi e Oliverio, a quanti finora hanno creduto praticabile una diversificazione delle attività portuali che purtroppo non sarà così. Vogliamo fare la conta delle opere annunciate e lasciate lettera morta? Primo: la piattaforma del freddo. Una struttura in grado di connettersi con tutta la filiera dell’agroalimentare regionale ed offrire ai players internazionali del food un sicuro riferimento logistico a disposizione dell’Italia e dell’Europa. Se ne sa nulla? Secondo: che fine hanno fatto gli impegni e le risorse per il collegamento ferroviario e stradale dell’area portuale con la A3 e la stazione di Rosarno? Terzo: una multinazionale dell’energia era giunta in Calabria per proporre la realizzazione di un rigassificatore, un impianto in grado di stoccare quantità enormi di metano a disposizione della nostra terra e del Paese. Novità?”
“Di tutto questo – prosegue Alessandro Nicolò – si sono perse le tracce. Ci aiutino la Giunta ed il centrosinistra a indicarci quanto finora realizzato, magari a nostra insaputa. Ne faremmo ammenda chiedendo anche scusa ai cittadini. Evidentemente tutte quelle iniziative avviate per Gioia Tauro nella precedente legislatura sono state silenziate. Se fosse così, si disvelerebbe un atteggiamento contraddittorio o, peggio ancora, complice, di questa Giunta regionale con quegli interessi forti che stanno lavorando per valorizzare solo le due dorsali, quella tirrenica e l’adriatica, condannando così Gioia Tauro al ruolo di gigante dai piedi di argilla. Noi riteniamo che questo patrimonio non sia solo salvaguardato, ma venga posto al centro di un sistema da cui inviare per la fruibilità del resto d’Europa le merci in arrivo dal medio Oriente e dal Sud Est asiatico. La Giunta regionale ed il Governo devono dunque comunicare chiaramente come intendono interloquire con il Consiglio regionale e con gli operatori economici di questa terra. Si esprimano limpidamente e dicano ciò che pensano, rimuovendo la ‘melina’ che incombe su Gioia Tauro nelle cui ombre potrebbe annidarsi il pericolo del suo declino”.