Mare Nicotera, Arpacal: fioriture algali

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“L’analisi condotta al microscopio ottico invertito ha evidenziato una fioritura di microalghe appartenenti alla Classe Dinophyceae, Ordine Gymnodiniales, Famiglia Gymnodiniaceae. La lettura mediante sedimentazione con camera di Utermohl ha dato il seguente risultato: 735.000 cellule/litro”.

E’ questo l’esito dell’esame al microscopio che il dipartimento di Vibo Valentia dell’Arpacal ha dato ai campioni prelevati il 12 luglio scorso dalla Capitaneria di Porto nelle acque antistanti Nicotera in occasione di un massiccio fenomeno di fioritura algale che ai turisti presenti ha fatto pensare a sversamenti illeciti a mare.
“Le fioriture algali – spiega la dr.ssa Angela Diano, direttore del Dipartimento di Vibo valentia dell’Arpacal – sono fenomeni naturali dovuti alla crescita esponenziale di un numero di individui appartenenti alle classi delle Diatomee e dei Dinoflagellati marini che, in particolari condizioni, possono raggiungere concentrazioni di milioni di cellule per litro producendo evidenti alterazioni delle acque che possono presentare:schiume o muchi di colore marrone in colonna d’acqua in superficie o in sospensione, colorazioni anomale dell’acqua e mucillagini o pellicole brunastre sul substrato”.
“Si considera bloom algale quando i valori superano le 10.000 cell./l. Alcuni fattori favoriscono le fioriture algali, quali le temperature elevate, la biodisponibilità di azoto e fosforo, lo scarso ricambio idrico e l’apporto di acque dolci da torrenti, fiumi e scarichi. Il bloom algale può essere associato a fenomeni di escrezione cellulare con formazione di mucopolisaccaridi che danno luogo ad aggregati mucillaginosi sotto forma di fiocchi, filamenti, strie e strati che interessano gli strati superficiali o profondi del mare e vengono chiamate mucillagini. Quando questi fenomeni sono associati a produzione di tossine da parte delle microalghe interessate alla fioritura possono evidenziarsi segni di sofferenza in organismi bentonici o sessili e morie di fauna acquatica, per lo più bentonica”.
“Nel mare Adriatico – continua la Diano – questi fenomeni si sono presentati già dagli anni ottanta e sono stati ampiamente studiati, mentre nel mar Tirreno il fenomeno è stato descritto a partire dall’anno 2000, con un incremento negli ultimi anni dovuto al mutamento degli equilibri trofici dell’ecosistema marino. (per approfondimenti: Quaderno dell’ICRAM “Le mucillagini nell’Adriatico e nel Tirreno”di Michele Giani, Daniela Berto, Michele Cornello, Gianfranco Sartoni ed Attilio Rinaldi Michele Giani, Daniela Berto, Michele Cornello, Gianfranco Sartoni, Dir. Resp. Folco Quilici)”.
“La fase di degradazione cellulare è accompagnato, nell’ultimo stadio (putrefazione), anche da cattivi odori che possono dar luogo a errate interpretazioni del fenomeno. Ecco la necessità dello studio delle caratteristiche microbiologiche, biologiche e chimiche delle acque ed eventualmente anche di test di tossicità nei casi in cui l’analisi microscopica evidenzi la presenza di microalghe appartenenti alle specie potenzialmente tossiche”.
“Le analisi condotte sul campione prelevato a Nicotera dalla Capitaneria di Porto il 12.07.2016 – conclude Diano – non hanno evidenziato inquinamento microbiologico, mentre è stata evidenziata un’intensa fioritura di Dinophicaee (Ord. Gymnodiniale) responsabile della colorazione delle acque”.

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