Il mare di calabria torna a far parlare di se. Dopo gli allarmi lanciati dai vari paesi, i quali si sono anche attivati in diverse proteste, dopo i primi dati arpacal, e i risultati delle analisi, sembra emergere un quadro abbastanza critico della situazione. Secondo l’Arpacal un terzo degli impianti non funzionerebbe correttamente. Un dato importante che si rispecchia anche nelle centinaia di segnalazioni di acque sporche e a volte putride in tutta la regione.
Nei primi sei mesi dell’anno, quindi, entro giugno, ben prima dell’inizio della stagione estiva 40 controlli su 122 avvenuti hanno portato a risultati inquietanti costringendo l’agenzia calabrese a trasmettere i dati all’Autorità Giudiziaria che sta indagando. Diverse anche le sanzioni amministrative inflitte ai gestori. I dati, insiste l’Agenzia, rispondono a controlli praticamente giornalieri, il che ne sottolineerebbe l’attendibilità.
“Il controllo dei depuratori – afferma l’Arpacal – disciplinato da una complessa normativa, si affianca al monitoraggio delle acque di balneazione con cui, anche negli anni passati abbiamo potuto evidenziare alle Istituzioni competenti come, sebbene i dati della balneabilità diano un quadro quasi eccellente della costa calabrese, ci siano delle criticità ben individuate su cui bisogna intervenire”.