E’ scattato in Italia il divieto ad utilizzare il glifosate nelle coltivazioni in pre-raccolta “al solo scopo di ottimizzare il raccolto o la trebbiatura” ma occorre ora adottare coerentemente misure precauzionali sull’ingresso in Italia di prodotti stranieri trattati con modalità analoghe come il grano, utilizzato per la pasta, proveniente da Usa e Canada dove viene fatto un uso intensivo del glifosate proprio nella fase di pre-raccolta per seccare e garantire “artificialmente” un livello proteico elevato. Sulla scorta di questo – afferma Molinaro presidente di Coldiretti Calabria – occorre assolutamente che la nostra regione rettifichi il disciplinare di produzione per l’agricoltura integrata 2016 per bandire l’uso del diserbante “glifosate” perché – ribadisce – l’agricoltura della Calabria vuole qualificarsi sempre di più garante della sicurezza alimentare e con alti standard qualitativi poiché questo genera appeal verso i cittadini – consumatori e stimola i consumi. Auspichiamo – continua – un confronto preventivo in chiave tecnica nella stesura dei disciplinari. La Regione Calabria con l’obiettivo di essere una regione a “Glifosato zero” deve quindi provvedere alla modifica dei disciplinari proprio perché si deve qualificare sempre di più quale territorio vocato al biologico e a produzioni di qualità eco-sostenibili. Il principio della precauzione – conclude – è sempre utile e pertanto mettere al bando l’uso del “Glysofate” lo riteniamo un atto di maturità che gli agricoltori, sempre di più attenti alla sicurezza alimentare, accettano volentieri. L’entrata in vigore in Italia proprio da oggi 22 agosto del decreto del Ministero della Salute, che ha disposto la revoca delle autorizzazioni all’immissione in commercio e modifica delle condizioni d’impiego di alcuni prodotti fitosanitari contenenti la sostanza attiva glifosate, sospettato di essere cancerogeno è un sicuro passo avanti anche perché l’Italia – sottolinea – è il principale produttore europeo di grano duro, destinato alla pasta con 4,8 milioni di tonnellate su una superficie coltivata, pari a circa 1,3 milioni di ettari ma sono ben 2,3 milioni di tonnellate di grano duro che arrivano dall’estero e di queste oltre la metà per un totale di 1,2 milioni di tonnellate arrivano dal Canada, con note marche che lo usano in maniera esclusiva facendone addirittura un elemento di distintività. Il risultato – denuncia la Coldiretti – è che quasi un pacco di pasta fatto in Italia su cinque è fatto con grano canadese che continua ad essere trattato con glifosate nonostante il divieto. Il provvedimento del Ministero della Salute – continua la Coldiretti – prevede anche il divieto di utilizzazione del principio attivo in Italia nelle aree frequentate dalla popolazione o da “gruppi vulnerabili” quali parchi, giardini, campi sportivi e zone ricreative, aree gioco per bambini, cortili ed aree verdi interne a complessi scolastici e strutture sanitarie. “Una scelta di avanguardia in Europa e nel mondo nelle politiche rivolte alla sicurezza alimentare ed ambientale ma non siamo all’altezza nella difesa dei cittadini se non verranno bloccate le importazioni dai Paesi che continuano ad utilizzare il glifosate in preraccolta” afferma il presidente della Coldiretti Calabria Pietro Molinaro nel sottolineare che “l’’agricoltura italiana è la piu’ green d’Europa e la Calabria vuole esserlo sempre di più.
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