Appalti A3 e Tav, 35 arresti

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Decine di arresti in due distinte indagini delle Procure di Roma e di Genova su appalti e subappalti delle grandi opere. Gli arrestati sono decine, 21 nell’indagine romana e 14 in quella genovese. Per alcuni di loro i provvedimenti sono arrivati da entrambe le magistrature.

Associazione per delinquere, corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio e tentata estorsione. Sono i reati contestati dai carabinieri di Roma a 21 indagati destinatari di una ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip della capitale.

 

L’indagine, denominata “Amalgama”, ipotizza condotte corruttive per l’ottenimento di contratti di subappalto nell’ambito dei lavori per la realizzazione della tratta TAV “A.V./A.C Milano-Genova-Terzo Valico Ferroviario dei Giovi” (Alta Velocità Milano-Genova), del 6° Macrolotto dell’Autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria e della PEOPLE MOVER di Pisa.

 

Gli investigatori hanno ricostruito le condotte illecite di un gruppo di persone costituito, organizzato e promosso da colui che – fino al dicembre 2015- era il direttore dei lavori nell’ambito delle tre opere pubbliche in questione e dal suo socio di fatto, un imprenditore calabrese operante nel ramo delle costruzioni stradali, con cui collaboravano altre 9 persone, tra cui anche alcuni funzionari del consorzio COCIV, Consorzio collegamenti integrati veloci.

 

I ventuno arresti sono stati eseguiti tra il Lazio, la Lombardia, il Piemonte, la Liguria, la Toscana, l’Abruzzo, l’Umbria e la Calabria. I 21 indagati sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere, corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio e tentata estorsione. L’indagine e’ stata condotta dai Carabinieri del Nucleo Investigativo.

 

Nell’inchiesta genovese, sono imprenditori e dirigenti di un consorzio – general contractor, impegnato nella realizzazione del cosiddetto Terzo Valico i destinatari delle 14 ordinanze di custodia cautelare emesse nell’ambito dell’operazione “Arka di Noe'”. Le indagini della gdf e della procura del capoluogo ligure, hanno consentito di accertare episodi di corruzione, concussione e di turbativa d’asta che avrebbero visto protagonisti gli indagati (in tutto 24) nei vari ruoli ricoperti negli anni, in relazione all’aggiudicazione di commesse per un valore complessivo di oltre 324 milioni di euro.

 

In particolare, spiegano gli investigatori, è emerso che “in occasione dello svolgimento delle gare indette dal general contractor, alcuni dirigenti preposti allo svolgimento delle stesse, per pilotare l’assegnazione dei lotti ad alcune società ed escluderne altre, hanno fatto in modo, in alcuni casi, che offerte anomale divenissero regolari in violazione ai principi della ‘par condicio’ e, in altri, si sono avvalsi della compiacenza di concorrenti di comodo, in realtà non interessati all’aggiudicazione della gara, per indirizzare direttamente l’assegnazione all’unico concorrente interessato”. In una circostanza la turbativa sarebbe stata accompagnata dal pagamento di una somma di denaro. Quarantacinque le perquisizioni e i sequestri di documentazione in Liguria, Piemonte, Lombardia, Trentino Alto-Adige, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Lazio, Molise e Campania.

 

(AGI)

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