Chiusa la pagina Fb della ‘ndrangheta, post contro forze dell’ordine

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La pagina facebook, “Al di sopra della Legge – Intoccabili autorizzati a delinquere“, che sarebbe riconducibile a Emanuele Mancuso, figlio del boss Pantaleone, al centro di critiche negli ultimi giorni per i contenuti che secondo alcuni parlamentari inneggiavano alla mafia e all’odio verso le forze dell’ordine, è stata chiusa. Il segretario regionale della Calabria, il segretario di polizia Coisp Giuseppe Brugnano e la presidente di ConDivisa Lia Staropoli, ringraziano “la Polizia Postale delle Telecomunicazioni, l’Arma dei Carabinieri e la nostra Cyberintelligence, per la chiusura del gruppo social fondato e amministrato dai componenti di alcune famiglie di ‘ndrangheta del vibonese.

” Abbiamo querelato tutti i partecipanti del gruppo che da settimane prendono di mira i carabinieri, i poliziotti, Lia Staropoli, la giornalista del Quotidiano del Sud Enza Dell’Acqua, Franco Maccari, segretario Generale del Coisp e le associazioni ConDivisa e AmmazzateciTutti, ritenuti ‘colpevoli’ dagli autori degli scritti diffamatori, di aver sostenuto e difeso carabinieri, poliziotti e finanzieri. Particolarmente efferati e diffamatori gli attacchi da parte di alcune donne e qualcuna sul proprio profilo ha persino in bella mostra il logo ‘stop alla violenza sulle donne’. Come se non fosse una violenza grave minacciare, diffamare, perseguitare con un modus operandi da cyberbulli di matrice ‘ndranghetista delle persone perbene. Inoltre, insieme ai rappresentanti sindacali regionali dei sindacati di polizia Sap e Coisp, Michele Granatiero e Giuseppe Brugnano, con le associazioni ConDivisa, AmmazzateciTutti e Sostenitori delle Forze dell’Ordine, rappresentate da Alessandro Pecora e Massimo Martini, abbiamo sottoscritto un esposto per la Dda su tutte le vicende concernenti le diffamazioni e le minacce dei componenti delle famiglie di ‘ndrangheta sui social”


D’altra parte Mancuso si difende dalle accuse spiegando: “Questo gruppo facebook non ha mai inneggiato alla mafia, anzi l’opposto è stato creato perché parenti e amici sul social di persone condannate per mafia venivano più volte etichettate come potenziali mafiosi  o derisi sul web come potenziali mafiosi… Va precisato che il gruppo non è stato fondato per insultare le forze dell’ordine, ma per commentare fatti di cronaca presenti sul web ed in ossequio ai provvedimenti intrapresi dalla magistratura. Non risulta alcun inneggio alla mafia. Anzi risultano note scritte dagli amministratori di aver toni civili e rispettosi nei confronti altrui. Invito chiunque a visionare i post e se ravvisassero dei reati ritengo opportuno che si proceda per le vie legali,  nessuno dei membri si vuol sottrarre alla giustizia anzi mi pare il caso di dire che ci sta mettendo la faccia”.

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