Riceviamo e pubblichiamo:
“I dirigenti di Poste italiane della provincia di Reggio Calabria, tra i tanti problemi sui quali porre impegno per rendere migliore il servizio ai cittadini, hanno deciso di cancellare il murale che a Rosarno adornava la facciata dell’immobile di piazza Valarioti. Un fatto grave, per il valore in sé dell’opera d’arte; una vera e propria offesa alla cittadinanza, per il legame profondo tra i contenuti del dipinto, la piazza e la storia del paese. Negli ultimi settanta anni , piazza Valarioti ( già piazza Vignaioli ) è stata il teatro della vita democratica, dei confronti e degli scontri politici ; il luogo dal quale sono partite le più possenti manifestazioni popolari. Quella che ha dato vita all’occupazione di mille ettari di terra incolta , poi disboscata e trasformata in giardini che hanno prodotto reddito per migliaia di famiglie di povera gente ed hanno consentito a tantissimi giovani rosarnesi di accedere agli studi ed alla cultura; le lotte per il salario ed i diritti sociali dei braccianti e delle raccoglitrici di olive; quelle dei coltivatori per la difesa del loro lavoro e per un reddito decoroso; le battaglie contro la ‘ndrangheta e le mafie, per il lavoro ai giovani e ai disoccupati ; la lotta dei più poveri e sfortunati del mondo che giungono nelle nostre terre con la speranza di nuove condizioni di vita.
Quel dipinto racconta bisogni collettivi, sentimenti , aspirazioni e lotte che nessuno ha il diritto di cancellare. Quel murale, che si ispira al Quarto Stato di Pellizza da Volpedo , raffigura l’ingresso delle classi popolari rosarnesi nella storia della Repubblica italiana. Uso di proposito l’indicativo presente e non un tempo al passato, perché sono convinto che i dirigenti delle poste manterranno l’impegno di correggere l’improvvida decisione. Nel caso in cui ciò non avvenisse, sarà doveroso ricercare e costruire tutte le forme di iniziativa unitaria e democratica per ottenere il ripristino nello stesso sito dell’opera d’arte cancellata.”
Lì 03/01/2017
Giuseppe Lavorato