Nella relazione inviata al ministro dell’Interno Angelino Alfano lo scorso 14 novembre, con la quale si chiedeva lo scioglimento del comune di Joppolo (come poi avvenuto il 6 febbraio) il prefetto di Vibo Valentia Giovanni Bruno traccia un bilancio e una descrizione sulla cosca Mancuso di Limbadi. In particolare il Prefetto Bruno mette nero su bianco, per la prima volta in un documento dello Stato, il numero di affiliati del clan Mancuso di Limbadi, considerato dallo stesso, fra le più potenti organizzazioni della ‘ndrangheta.
Il prefetto sottolinea infatti nella relazione al Viminale che “il Comune di Joppolo, di transito fra i Comuni di Limbadi e Nicotera, ha negli ultimi decenni costantemente sofferto la presenza della cosca Mancuso”. Richiamando una ricostruzione fatta dal Ros di Catanzaro, il prefetto spiega quindi che, attraverso matrimoni con altri soggetti legati alla ‘ndrangheta, la cosca Mancuso “sarebbe giunta all’attuale composizione, articolata in circa 500 persone attive a Limbadi, Vibo, Tropea, Nicotera, Joppolo, Cessaniti, Lombardia, Emilia Romagna, Argentina e Francia”.