Barbaro: “su aeroporti politica sciatta e soluzioni inadeguate”

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La scelta di Alitalia sull’aeroporto di Reggio Calabria sancirà, di fatto, la chiusura dello scalo reggino; è l’ennesima triste pagina, che ha però il sapore di un epilogo, di una storia fatta di disamministrazione, disattenzione, sciatteria istituzionale.

Una politica lungimirante ed autenticamente attenta alle esigenze del territorio non avrebbe dovuto consentire che si giungesse a questo punto; una politica orgogliosa del proprio ruolo e consapevole dei suoi doveri avrebbe dovuto programmare bene e per tempo.

Ed anche la cosiddetta “soluzione” individuata con pochi voli a settimana e ad orari che nulla hanno a che vedere con le esigenze di chi si muove non per vacanza ma per bisogno, necessità o lavoro rappresentano l’ennesima presa in giro.

Di chi è la colpa? Alitalia non è certo meritevole di considerazione sotto il profilo imprenditoriale ma è comunque sorprendente l’affermazione con la quale ha precisato che “per oltre un anno la Compagnia ha ripetutamente cercato di trovare un’intesa con le autorità locali e regionali”.

Ergo le responsabilità riguardano chi, per ruolo e funzioni,dovrebbe invece operare quotidianamente per tutelare e difendere il diritto alla mobilità dei cittadini, le aspettative di crescita turistica, le potenzialità delle imprese.

Ciò che sta accadendo è inqualificabile, un intero territorio viene di fatto privato di un’importante e strategica infrastruttura proprio nel momento in cui ci sarebbe bisogno dell’opposto e cioè di gestirla bene, rilanciarla ed aprire nuove prospettive di crescita; a pagarne il conto sono come sempre i cittadini, le imprese turistiche e quelle agroalimentari.

Che senso ha, ci chiediamo, credere ed investire nelle produzioni agroalimentari, unire la nostra dimensione agricola a quella turistica, costruire percorsi di valorizzazione territoriale, promuovere la nostra identità collegata ai fasti di un’impareggiabile storia archeologica se poi tutto questo nostro sforzo viene ripagato con tanto ed inqualificabile disinteresse.

Che senso ha spronare i giovani ad investire le proprie competenze ed il proprio entusiasmo nel settore agroalimentare se poi, dalla sera alla mattina, li si relega in un territorio di fatto irraggiungibile? 

Che senso ha non rendersi conto di quanto potenzialmente pregiudicato sia il diritto alla mobilità di noi tutti soprattutto quando si considerano, ad esempio, altri elementi come la condizione dell’aeroporto di Crotone e come la sospensione dei voli per Roma da Lamezia ad opera di Ryanair (con l’ultimo volo effettuato nella giornata di sabato)?

Come giovani imprenditori agricoli di Confagricoltura manifestiamo per intero il nostro sdegno rispetto a questa ennesima mortificazione del territorio calabrese e diciamo sin da subito che stiamo programmando ogni utileiniziativa di protesta e rivendicazione a difesa delle nostre aziende e del sistema agroalimentare calabrese.

 

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