Domani, 11 aprile, si terranno a San Luca (Reggio Calabria) le Olimpiadi della Legalità 2017, un progetto promosso da Cgil e NIdiL-Cgil, presentato dall’Auser in collaborazione con l’AIC (Associazione Italiana Calciatori) e finanziato da Ebitemp, l’Ente bilaterale dei lavoratori Interinali. L’appuntamento è per le ore 11 presso l’Istituto Comprensivo Scolastico di San Luca. Parteciperà il campione del mondo della Nazionale di calcio Simone Perrotta.
Il progetto ha come scopo la sistemazione di una palestra attrezzata e di un campo di calcio a cinque con tappeto sintetico, insieme allo svolgimento nel periodo estivo di uno stage di educazione allo Sport condotto dall’Associazione Italiana Calciatori. L’idea è nata sei mesi fa in occasione di un incontro che la Cgil nazionale e la Cgil di Reggio Calabria ebbero a San Luca su iniziativa del Commissario di quel Comune, che dal 2013 è sciolto per mafia ed è conosciuto come la “mamma della ‘ndrangheta” per le faide che ne hanno insanguinato le strade.
San Luca sembra schiacciato dall’ombra dei clan e abbandonato dalla politica e dallo Stato. Per i magistrati tra le sue quattromila anime ci sono gli uomini di almeno tre fra i più potenti clan della Locride, senza contare la decina di famiglie di ‘ndrangheta che ruotano loro attorno. Per il paese, la ‘ndrangheta non esiste. Solo alcuni, e a malincuore , ammettono “qui c’è la mafia, ma non è il paese della mafia”.
Per Luciano Silvestri, responsabile Legalità della Cgil nazionale, “siamo di fronte ad un passo importante e concreto, che può rappresentare una svolta. Anche perché la gestione della palestra da parte dell’Auser, oltre a coinvolgere i ragazzi dell’Istituto Scolastico Comprensivo, coinvolgerà anche la popolazione esterna”. “Questa iniziativa – sottolinea il dirigente sindacale – ha smosso già molte cose. La Cgil a suo tempo aveva segnalato al Governo che a San Luca esiste un campo di calcio a 11 completamente abbandonato e inutilizzabile dai ragazzi, costretti a giocare altrove, adesso sembra che Governo e Regione abbiano trovato le risorse per intervenire”.
“Riappropriarsi del controllo sociale del territorio occupato dalle mafie, dare fiducia alle popolazioni, ritessere le fila di un rapporto stretto fra istituzioni e società civile – sostiene Silvestri – è il modo per riconquistare terreni di legalità e dare sponda e concretezza alla voglia e al bisogno di riscatto”. “La Cgil – conclude – sta realizzando una buona pratica che si aggiunge alle tante già presenti e a cui, in futuro, ne seguiranno altre”.