Il calcio è lo sport più bello del mondo, in alcuni Paesi, tra cui il nostro, è considerato una vera e propria religione con gli 11 in calzoncini novelli dei pagani da venerare. Allontanandosi delle luci dei grandi palcoscenici è la passione, senza età, a farla da padrona. Nei campi di periferia, una volta scesi in campo non vi sono distinzioni, anagrafiche, sociali, economiche e razziali. Undici uomini contro undici e un pallone da contendere per tornare bambini o sognare altri e più ambiziosi palcoscenici. Il bello del calcio e dello sport in genere è questo, unire ed abbattere tutte le diversità grazie ad una passione comune. C’è chi invece dell’isolamento e della “diversità” ha fatto una bandiera, il Koa Bosco di Rosarno, assurto ancora una volta, per colpa di alcuni – non tutti – dei suoi calciatori, agli onori della cronaca per vergognosi comportamenti in campo. La squadra, formata per volere della dirigenza da soli giocatori extracomunitari di origine africana, era stata già accusata dalle squadre avversarie di atti di violenza in campo, un po’ oltre la normale foga agonistica. La risposta da parte della società avente sede in contrada Bosco di Rosarno è sempre stata la stessa, risposta alle provocazioni razziste. Questa volta però ad “inchiodare” il Koa Bosco vi sono dei video amatoriali già in rete su youtube, nei quali si possono notare delle aggressioni (poi risposte) ai calciatori del Parghelia, con tentativi di utilizzare pietre e spranghe. Vi erano momenti di nervosismo in campo ma la causa scatenante della rissa è stata l’aggressione da parte di un calciatore del Koa il quale ha colpito improvvisamente un avversario del Parghelia, difficile che la causa scatenante possa essere il razzismo considerato che la vittima era anch’egli un ragazzo di colore. L’abbiamo detto e lo ribadiamo, l’integrazione passa dal condividere una passione non dal creare muri a fini mediatici.
Koa – Rosarno, troppo grotta l’occasione per non essere colta, ma vi è il rovescio della medaglia nel calcio rosarnese dove brilla la splendida storia del Rosarno Calcio, società giovanissima vincitrice di due campionati consecutivi guidati da giovani appassionati locali che con dedizione e sacrifici, anche economici personali, sono riusciti a riportare al campo sportivo i tifosi rosarnesi. Un gruppo di ragazzi che senza apparire, senza sbandierare chissà cosa si sono tolti le loro meritate soddisfazioni, ma soprattutto hanno giocato a pallone senza secondi fini. Lo sport deve unire non dividere non sporchiamo il gioco più bello del mondo.