“Blu Whale” – quando internet uccide

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“Blue Whale” che in italiano significa “Balena Blu” è il nuovo gioco del suicidio che si è diffuso sui Social Network ed ha portato alla morte di 157 ragazzi. Il nome non è casuale, notoriamente la balena per morire decide di arenarsi sulla spiaggia, un suicidio consapevole insomma. Ma in cosa consiste questo  terrificante gioco? Dei sobillatori, presenti sui social, presentano ai ragazzi 50 sfide che prevedono per esempio di non dire nulla ai genitori, fare incisioni sui propri arti col rasoio, procurarsi ferite sul corpo, stare sul cornicione di un palazzo o sul ciglio di un ponte e l’ultima sfida, la decisiva, consiste nel lanciarsi da un edificio alto. 

Il programma televisivo “Le Iene” ha fatto venire a galla questa sconcertante tendenza; il gioco è partito dalla Russia raggiungendo anche Francia, Inghilterra e Brasile. Intervistando i genitori delle vittime il comun denominatore è parso essere l’assenza di segnali che facessero sospettare depressione o tendenze suicide. L’ennesima dimostrazione di quanto sia potente il Social Network, utile per la condivisione e la comunicazione ma spesso anche funzionale ai criminali che in questo caso hanno deciso di plagiare 157 poveri ragazzi che hanno messo fine alla loro esistenza per uno stupido gioco. Questo sia da monito per tutti quei genitori che lasciano i propri figli, in età infanile o adolescenziale, a girare liberamente sul web. Serve maggior attenzione, il caso della Balena Blu è solo il più recente ma la diffusione di mode pericolose e dannose è all’ordine del giorno, la parte oscura del Web si nutre di debolezza ed incoscienza, teniamo gli occhi ben aperti!

Christian Carbone 

 

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