“I reperti archeologici che abbiamo sequestrato nel 2016 sono stati più di tremila. Ci sono poi pezzi di antiquariato, per un valore complessivo di circa due milioni di euro”. Lo ha detto il capitano Carmine Gesualdo, comandante del Nucleo tutela patrimonio culturale di Cosenza, incontrando i giornalisti per un resoconto delle attività svolte nell’ultimo anno.
“Abbiamo chiuso le ultime due indagini complesse – ha aggiunto l’ufficiale – avviate nel 2015 a Vibo Valentia e nel 2017 a Crotone. Due indagini che ci hanno consentito di constatare che la criminalità organizzata è interessata anche a questi reati, perché in Calabria il mercato è fiorente. Siamo particolarmente impegnati sotto l’aspetto archeologico, considerato che questa regione è un giacimento importantissimo soprattutto magno-greco, ma attenzioniamo anche il fronte paesaggistico e il mercato dei falsi. I reperti una volta sequestrati vanno a finire nei musei della Calabria e tutti i cittadini possono usufruire di queste bellezze”.