“Il 2 giugno del ’46 si è votato per la forma istituzionale dello Stato dopo la fine del fascismo, oggi, per rinvigorire i valori su cui è fondata la repubblica, occorre, come dice il presidente Mattarella, dare alle future generazioni un’Italia in pace, prospera e solidale, ma, dal punto di vista dei venti milioni di cittadini che vivono al Sud, è necessario intervenire per ridurre il divario Nord-Sud che assume, specie nelle aree più svantaggiate e per settori come la sanità, forme e modalità intollerabili”. E’ quanto sostiene la consigliera regionale di Calabria in Rete Flora Sculco, che aggiunge: “I meridionali muoiono prima degli altri, perché al Sud non arrivano i soldi per una corretta prevenzione, ad incominciare dagli screening oncologici passando per il drammatico funzionamento dei pronti soccorso che – come quello dell’ospedale Pugliese di Catanzaro – sono essi stessi emergenze da soccorrere”. La festa della repubblica, per la consigliera regionale “deve significare più attenzione al Mezzogiorno, dove in regioni come la Calabria si avverte il progressivo vuoto di classe dirigente, di capacità decisionale e di governo delle questioni vecchie e nuove e persino degli eventi che hanno un effetto deleterio sulla credibilità delle istituzioni e della politica quale strumento senza il quale la democrazia sarebbe un’anatra zoppa”. Ancora Sculco: “Il 2 giugno ha un valore fondamentale ma, oggi più che mai, con l’Europa assente su alcune delle grandi criticità come le migrazioni e con la crisi economica che ha mortificato i ceti medi ed aumentato esponenzialmente la povertà che acuisce lo scontento sociale, è tempo che il Paese recuperi, proprio in forza dei valori costituzionali, unitarietà sostanziale e presti attenzione soprattutto alla destrutturazione del tessuto produttivo del Mezzogiorno. Per evitare che la società continui a subire i contraccolpi nefasti delle dinamiche in atto che depotenziano la politica e le istituzioni pubbliche con grande giubilo dei poteri forti e delle lobby, è urgente, in particolare nel nostro Sud, che i valori su cui è nata la Repubblica stimolino un diverso modo di fronteggiare i problemi. In tal senso – conclude Flora Sculco – trovo importante la mobilitazione della Coldiretti prevista per l’8 giugno che dà voce all’esasperazione del mondo agricolo calabrese che richiede, per questo settore importante dello sviluppo, attenzione e capacità di governo. Dal centro e dalle periferie del Paese, se non si vuole che ogni cosa precipiti immettendo vento nelle vele del populismo, serve un cambio di passo tangibile ed efficace e una nuova e diversa assunzione delle proprie responsabilità. I meridionali e i calabresi vivono questo difficile frangente della storia italiana con allarme e inquietudine. Ma l’allarme e l’inquietudine non si fronteggiano con meno politica e meno impegno pubblico, bensì con una politica che abbia il riconoscibile segno del rinnovamento che poggia sui fatti e sulle realizzazioni. Per capirci: non serve più indicare cifre imponenti e risorse straordinarie, ma occorre dire quali obiettivi si sono raggiunti, quali criticità sono state rimosse e quale sviluppo si è prodotto”.
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