Il circolo del Partito Democratico di Gioia Tauro plaude al Presidente Oliverio per il grande risultato raggiunto in stretta sinergia con il governo nazionale e il Ministro De Vincenti. Non è un traguardo ma un fatto concreto che spazza via tutte le illusioni e ci proietta verso una fase di concretizzazione reale, grazie all’approvazione della legge quadro. Legge, a detta dello stesso ministro De Vincenti, che prende spunto proprio dalla proposta fatta dalla Regione Calabria. Il Presidente Oliverio ha saputo comprendere la potenzialità di trasformazione del porto Gioiese, da Terminal ad interporto, grazie a futuri servizi di logistica ed economie di scala internazionale, che potranno usufruire di vantaggi ed agevolazioni fiscali contenute nel provvedimento della Zes. La Zes rappresenta l’unica opportunità di sviluppo e di futuro per il terminal di Gioia Tauro. Da anni ormai il mercato marittimo dei trasporti ed in particolare quello containerizzato ha abbandonato le rotte di navigazione Round the word a favore delle rotte Pendulum. Inoltre l’ampliamento del canale di Panama ha aperto la strada marittima per le navi “mother” e alla crescita dimensionale del fenomeno “gigantismo navale”. Navi post Panama, VLBC (Very large box container) e Triple E, hanno permesso di garantire copertura intercontinentali in minor tempo rispetto alle precedenti rotte, facendo nascere l’esigenza per le grandi compagnie di navigazione (Maersk, MSC etc.) di utilizzare flotte di navi, ridotte nel numero ma, con capacita sino a 18.000 Teu’s. Purtroppo, il sistema Porti feeder – HUB a seguito di queste riorganizzazioni geo-politiche sta privilegiando Hub del nord Europa a discapito dei porti italiani che assistono passivamente ai cali dei volumi dei container. Gli interrogativi in materia, oltre a quali porti in Italia possano effettivamente confrontarsi con questo fenomeno, riguardano le capacità di reazione del sistema logistico integrato, l’efficienza del sistema autostradale e ferroviario e le capacità di transhipping. I pochi porti italiani idonei potranno ospitare solo navi sino a un massimo di 15 mila containers teu, non solo perché le infrastrutture portuali e le dimensioni dei nostri porti non consentono l’ingresso di navi di quelle dimensioni, ma specialmente perché non esiste in Italia un mercato in grado di garantire il carico sufficiente ad alimentare questi giganti. Detto ciò, nasce la necessità per Gioia Tauro di trasformarsi da Porto di Transhipment in Porto Gateway, potenziando realmente il trasporto intermodale e creando un Hub inland (sistema intermodale treno-gomma) dalle aree ex Asi, necessario per approvvigionare, stoccare, modificare e spedire le merci sbarcate ed imbarcate secondo nuove plurimodali matrici di origine-destinazioni. Inoltre la Zes, potenziale centroide di investimenti, potrebbe ben collegarsi nel futuro terminal intermodale se addizionandolo di reali servizi logistici e consolidando un ruolo di interporto protagonista nel network dei trasporti marittimi.
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