L’artista calabrese, Pino Chimenti unico italiano presente alla Mostra unexpected worlds/mondi inaspettati di New York

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Chelsea, è un quartiere di Midtown Manhattan compreso fra la 14th street a sud, la 29th street a nord, l’Hudson River a ovest e la Broadway a est. Oggi Chelsea è il regno delle gallerie d’arte contemporanea, situate per lo più tra la 20eisma e la 29esima strada. Il quartiere si è trasformato nel corso degli anni assumendo la qualifica di Art District in continua espansione.  La ONISCHI PROYECT GALLERY è situata proprio a Chelesa. Il 22 giugno si è inaugurata presso la Galleria suddetta  la mostra  dal titolo UNEXPECTED WORLDS/MONDI INASPETTATI che riunisce l’opera di sette artisti provenienti da:Brasile,Israele,Germania,Starti Uniti,Italia,Svizzera e Canada. L’artista calabrese, Pino Chimenti, unico rappresentante dell’arte italiana, è presente in tale rassegna con il suo consueto linguaggio calligrafico, simbolico e affabulatorio. L’esposizione è composta  da circa trenta opere tra cui pittura,fotografia e installazione e si caratterizza per la diversa interpretazione della tematica. Vista sia sotto una prospettiva di apertura a nuove realtà esistenziali,sia in termini di lettura della contemporaneità e del quotidiano. L’arte si nutre di ciò che è nascosto alla vista,di ciò che genera meraviglia.  Per scoprire tutta la bellezza di un mondo inaspettato fatto di creatività e d’ispirazione dobbiamo avere la consapevolezza,come affermava Paul Klee, che “l’arte rende visibile l’invisibile”. L’arte di Chimenti si presta a pieno titolo sia alla  tematica della mostra,sia al processo di astrazione in chiave simbolica dei contenuti rappresentati, procedendo appunto  per simboli   e  configurazioni visive – estrapolati dal repertorio della cultura – volte alla realizzazione di opere dal forte impatto emotivo. In altre parole “i mondi inaspettati” dell’artista Chimenti si configurano con i suoi “microcosmi immaginifici”, creando all’occorrenza  un variegato caleidoscopio di visioni fantastiche dai contenuti iconografici e  iconologici originali. Infatti  i titoli di alcune opere presentate alla mostra in questione sottolineano tale atmosfera:-“Danza apotropaica con asta virtuale”,”Curiosità acquatiche e sonore di un uccello/ponte”,ecc. In definitiva l’espressione di Chimenti  è la parola del narratore epico, del compositore di liriche ancestrali che crea sempre atmosfere inaspettate: uno straniamento necessario per un linguaggio universale,come quello dell’arte, che passa attraverso la conoscenza sensibile e quindi in simbiosi con il nostro inconscio e i nostri archetipi. “L’iconologia di Chimenti – ha scritto il decano dei critici d’arte Gillo Dorfles_ è del tutto particolare: che io sappia, non ci sono altri artisti che abbiano  creato una serie di figurazioni così particolari, a prescindere dal valore tecnico e compositivo…” . Molto noto sia in Italia che all’estero, l’artista  ha partecipato alla 54° Biennale di Venezia 2011, inoltre  ha esposto le proprie opere alla Quadriennale di Roma  del 2003, al Muso MAGA di Gallarate e alla Gallery@49 di New York . Altri vernissage lo hanno visto protagonista anche a Chicago, Berlino, New York e Londra. In Italia ha tenuto mostre presso Gallerie ed istituzioni Culturali di prestigio.

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