Sul tema diritto alla casa e alloggi popolari, la città rischia di ritornare ad una situazione di stallo, come quella di sette mesi fa. La nuova assenza di un assessore alle politiche abitative e a breve di un dirigente di settore, rischia infatti di fermare il percorso avviato pur tra mille difficoltà, dopo oltre due anni di inerzia amministrativa.
La nomina nel dicembre scorso dell’assessora Angela Marcianò e l’approvazione della delibera di Consiglio Comunale n. 3 del 10 febbraio 2017, in seguito al percorso avviato con il presidente del Consiglio Comunale e con le Commissioni assetto del territorio e Servizi sociali, avevano dato qualche speranza. Nei sette mesi di assessorato infatti sono state avviate le verifiche sui requisiti degli assegnatari e a fine giugno, dopo 12 anni, le prime tre famiglie vincitrici del bando comunale 2005 hanno ottenuto l’assegnazione di un alloggio.
Le centinaia di famiglie reggine, ancora in attesa dell’ assegnazione di un alloggio popolare, avevano ricominciato ad aver fiducia e a credere che finalmente sarebbe stata la volta buona.
Ma il percorso che si è mosso pur con estrema lentezza, rischia oggi di fermarsi.
L’amministrazione comunale a questo punto non può trincerarsi dietro il silenzio ma dovrebbe chiarire se e quando intenda riaffidare la delega del settore e nominare un nuovo dirigente.
E’ altrettanto necessario capire quali siano i risultati effettivamente raggiunti fino ad oggi e le azioni che possono essere messe in atto già da subito.
Dopo 175 (al 4 agosto 2017) giorni dall’approvazione della delibera di Consiglio comunale del 10 febbraio scorso, la città dovrebbe conoscere gli esiti delle verifiche sulla permanenza dei requisiti degli assegnatari effettuate dalla Re.ca.si sul patrimonio degli alloggi comunali erp e su quello Aterp. L’ex Assessora Marcianò aveva comunicato che entro la metà di luglio sarebbero stati completati gli step legati alle verifiche.
Questa è infatti l’azione più importante su cui ruota la gestione degli alloggi popolari, azione che dovrebbe essere di sistema nel settore comunale specifico. Dalle verifiche sugli assegnatari dipende infatti la garanzia di effettiva legalizzazione del settore, quindi la possibilità che gli alloggi popolari vengano assegnati in modo trasparente ed in tempi congrui alle famiglie che hanno diritto. Il “sistema illegale” che permette un uso improprio degli alloggi popolari, si nutre infatti dell’assenza di verifiche sugli assegnatari, dalle quali dipendono i soprusi a danno delle famiglie a basso reddito in attesa di un’assegnazione.
Altro punto da affrontare è la questione alloggi confiscati. C’è da chiedersi ancora perché, nonostante ci sia il bisogno di reperire alloggi da assegnare alle tante famiglie in attesa, l’Amministrazione continui invece ad assegnare gli alloggi confiscati solo ad associazioni.
Il Comune di fatto continua a non definire ufficialmente quali e quanti siano gli alloggi confiscati da adibire ad uso alloggi popolari.
Considerata la necessità di ristrutturazione dei beni confiscati e degli alloggi popolari, la città dovrebbe sapere anche se l’Amministrazione comunale intenda rispondere al bando social housing pubblicato dalla Regione Calabria sul BURC n. 70, parte terza, del 24 luglio 2017, il quale nell’azione 9.4.1 prevede la possibilità di ristrutturare alloggi di proprietà comunale da adibire ad alloggi sociali.
Il Comune infatti potrebbe presentare un progetto per alloggi popolari anziché di housing sociale, come invece si è deciso di fare in passato, penalizzando le famiglie vincitrici del bando 2005, in attesa da 12 anni dell’assegnazione di un alloggio popolare.
Per quanto concerne la questione dei lavori di manutenzione degli alloggi popolari, l’Amministrazione ha previsto nel bilancio di previsione triennale (2017-2020) una somma di 1,3 milioni di euro per l’anno 2017. Sarebbe necessario che il Comune definisca e metta in atto entro tempi ben definiti le procedure necessarie per avviare i lavori. La gran parte del patrimonio degli alloggi comunali versa infatti in una grave condizione strutturale tale da rendere spesso inabitabili gli alloggi assegnati.
Le associazioni riunite nell’Osservatorio sul disagio abitativo, insieme a Reggio non tace e alla Collettiva AutonoMIA, hanno già richiesto un incontro al Sindaco, al presidente del Consiglio Comunale e all’Amministratore Delegato della Recasi per far luce su questi aspetti.
Si auspica di poter approfondire la questione in tempi brevi per poter dare risposte pubbliche alla città.
Reggio Non Tace – Avvocato Nicola Santostefano
Osservatorio sul disagio Abitativo composto da Un Mondo Di Mondi , COSMI, CSOA A. Cartella, CSC Nuvola Rossa, ASIA-USB Reggio Calabria e Società dei Territorialisti
ASIA-USB Reggio Calabria – Giuseppe Marra
Comitato Solidarietà Migranti
CSC Nuvola Rossa
CSOA Angelina Cartella
Società dei Territorialisti/e Onlus
Un Mondo Di Mondi Cristina Delfino – Giacomo Marino