Rosario Marando, Giuseppe Santo Aligi, Gaetano Napoli e Natale Trimboli sono stati condannati alla pena dell’ergasto, Antonio Spagnolo a 30 anni anni di reclusione, questa la sentenza emessa oggi a Torino al processo per quattro omicidi legati alla ‘ndrangheta, avvenuti nel torinese tra il 1997 e il 1998.
Gli omicidi sono quelli di Antonio Stefanelli, il nipote Antonino, cognato di Marando e Francesco Mancuso, bodyguard dei due Stefanelli. I tre furono uccisi nel 1997, a Volpiano, nella casa di Domenico Marando, uno dei fratelli. Una vendetta per ripagare l’omicidio, nel 1996, di Francesco Marando, un altro fratello, boss latitante, il cui corpo venne trovato carbonizzato nei boschi di Condove. Francesco voleva farla pagare agli Stefanelli, per il mancato pagamento di una partita di droga ma fu anticipato. Da qui la vendetta dei Marando.
I corpi dei tre non sono mai stati recuperati. Rosario per cercare di evitare ergastolo ha svelato, nel corso del processo, di non aver partecipato al gruppo di fuoco ma di averli sepolti nei boschi della Vauda, oltre Leini. Dopo tanti anni, le ricerche sono risultate vane.
Il quarto omicidio è quello dell’odontotecnico Roberto Romeo, ucciso a colpi di pistola in un agguato a Rivalta di Torino nel gennaio 1998. Per quest’ultimo agguato e’ stato condannato a 30 anni Antonio Spagnolo. Per i primi tre omicidi e’ stato inflitto l’ergastolo a Rosario Marando, Giuseppe Santo Aligi, Gaetano Napoli e Natale Trimboli. Il presunto mandante, Domenico Marando, è già stato condannato a 20 anni di carcere in un procedimento separato. L’accusa era sostenuta dai pm Roberto Sparagna e Monica Abbatecola.