30/01/1972 : In Irlanda del Nord il Bloody Sunday

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Derry (o Londonderry, a seconda di chi lo dice e dove), è una cittadina di più di 80.000 abitanti in Irlanda del Nord la cui maggioranza è formata da cittadini protestanti, ma esiste anche una minoranza agguerrita di cattolici che vorrebbero essere annessi all’Irlanda del Sud. Non solo per la questione religiosa ma anche la disuguaglianza sociale a favore dei protestanti. 
 
A cavallo tra gli anni ’60 e ’70 i contrasti si acuiscono sfociando in vari episodi di violenza. 
 
Le due fazioni annoverano anche delle organizzazioni paramilitari di supporto:
 

i Protestanti l’UDA (Ulster Defence Association) e l’UVF (Ulster Volunteer Force)
 
i Cattolici l’IRA (Irish Republican Army), 
 
Poi c’è la RUC (Royal Ulster Constabulary) ovvero la polizia federale dell’Irlanda del Nord che stava dalla parte dei Protestanti.
 
Il susseguirsi di violenze spinge il governo del Regno Unito a varare una disposizione che prevede l’internamento per tutti coloro sospettati di far parte dell’IRA, senza processo e per tempo illimitato. Questa misura così dura provoca sconcerto a molti, anche oltre l’Irlanda. Così la NICRA (Northern Ireland Civil Rights Association) decide di organizzare una manifestazion il 30 Gennaio del 1972. Di Domenica. 
 
10.000 Manifestanti, naturalmente cattolici, si riversano nelle strade a manifestare, e cercano di raggiungere il centro di Derry evitando le barricate della polizia. Giunti a William Street si ritrovano davanti il Primo Battaglione del Reggimento Paracadutisti con le armi puntate. La folla nota alcuni Paracadutisti appostati sui palazzi e comincia a tirar sassi contro le finestre. I Paracadutisti aprono il fuoco e vengono ferite due persone. La situazione precipita in fretta.
 
Il battaglione carica, mette sotto alcuni manifestanti e respinge tutti gli altri. La gente scappa, i paracadutisti li inseguono. 
 
Qui vi riporto l’elenco dei morti durante la manifestazione, preso direttamente da Wikipedia: 
 
1) John (Jackie) Duddy (17): Ucciso con un colpo al petto nel parcheggio dei Rossville Flats (un complesso di palazzi di edilizia popolare in Rossville Street). Quattro testimoni affermarono che Duddy era disarmato e stava scappando dal reggimento di paracadutisti quando fu ucciso. 
 
2) Patrick Joseph Doherty (31): Ucciso da un colpo alle spalle mentre tentava furtivamente di mettersi al riparo nella spiazzo antistante i condomini di Rossville. Doherty fu fotografato ripetutamente dal giornalista francese Gilles Peress sia prima che dopo la sua morte. Nonostante la testimonianza del “Soldato F” che fece fuoco sull’uomo, perché a sua detta teneva in mano una pistola e stava sparando, fu constatato che le fotografie ritraevano Doherty disarmato, e i test forensi sulla sua mano per verificare resti di polvere da sparo diedero esito negativo.
 
3) Bernard McGuigan (41): Ucciso da un colpo alla nuca dopo che era andato a soccorrere Patrick Doherty. Aveva sventolato un fazzoletto bianco al soldato per indicare le sue intenzioni pacifiche.
 
4) Hugh Pious Gilmour (17): Ucciso da un proiettile che colpì il gomito entrando poi nel petto, mentre scappava dal reggimento paracadutisti in Rossville Street. Fu constatato che una fotografia scattata alcuni secondi dopo l’uccisione di Gilmour, lo mostrava disarmato, e i test per i residui di polvere da sparo diedero esito negativo.
 
5) Kevin McElhinney (17): Colpito alle spalle mentre tentava di mettersi al riparo all’entrata dei Rossville Flats. Due testimoni affermarono che McElhinney era disarmato.
 
6) Michael Gerald Kelly (17): Colpito allo stomaco mentre si trovava vicino alla barricata dei Rossville Flats. Fu constatato che Kelly era disarmato.
 
7) John Pius Young (17): Colpito alla testa mentre si trovava vicino alla barricata dei Rossville Flats. Due testimoni affermarono che era disarmato.
 
8) William Noel Nash (19): Colpito al petto vicino alla barricata. Testimoni hanno affermato che Nash era disarmato e stava correndo in soccorso di un altro mentre fu ucciso.
 
9) Michael M. McDaid (20): Colpito in faccia quando si trovava vicino alla barricata mentre si stava allontanando dai paracadutisti. La traiettoria del proiettile indicava che potrebbe essere stato ucciso dai soldati appostati sulle mura di Derry.
 
10) James Joseph Wray (22): Ferito e poi colpito nuovamente da vicino mentre si trovava a terra. Alcuni testimoni, che non furono chiamati dalla commissione d’inchiesta di Widgery, hanno affermato che Wray stava gridando che non riusciva a muovere le gambe, prima di venire colpito la seconda volta.
 
11) Gerald Donaghy (17): Colpito allo stomaco mentre tentava di scappare al sicuro verso Glenfada Park e Abbey Park. Donaghy fu portato in una casa vicina dove fu visitato da un medico. Le sue tasche vennero svuotate per poterlo identificare: una fotografia della polizia fatta più tardi del corpo di Donaghy mostrava bombe a mano nelle sue tasche. Né quelli che cercarono nelle sue tasche nella casa, né il medico ufficiale dell’esercito britannico (Soldato 138) che dichiarò la sua morte, dissero di aver trovato ordigni tra i suoi indumenti.
 
12) Gerald (James) McKinney (34): Ucciso subito dopo Gerald Donaghy. Testimoni affermarono che McKinney stava correndo dietro Donaghy e che si fermò alzando le mani gridando “Don’t shoot! Don’t shoot!” (“Non sparate! Non sparate!”), quando vide Donaghy cadere; venne quindi colpito al petto.
 
13) William Anthony McKinney (27): Colpito alle spalle mentre cercava di soccorrere Gerald McKinney (con cui, nonostante avessero il medesimo cognome, non aveva gradi di parentela).
 
14) John Johnston (59): Colpito alla gamba e alla spalla sinistra in William Street 15 minuti prima che iniziasse la sparatoria. Johnston non prendeva parte alla marcia, ma stava andando a trovare un amico a Glenfada Park. Morì 4 mesi e mezzo più tardi. La sua morte fu attribuita alle ferite riportate quel giorno: fu l’unico a non morire immediatamente quel giorno, nonché la vittima meno giovane.
 
Questa tragedia sconvolse il mondo intero, e fu sconvolgente anche il seguente insabbiamento durante le indagini del Ministro della Giustizia del Regno Unito, mandato per un’inchiesta che dura 11 settimane e raccoglie le deposizioni soprattutto dei paracadutisti che sostengono di aver semplicemente risposto a sassaiole, uomini armati di pistola e di bombe a mano. Nel 1998 viene promossa un’altra inchiesta da Tony Blair che ribalta l’esito della precedente: non c’erano pistole, nessuno tirava bombe, i manifestanti erano disarmati e la sassaiola non rappresentava alcun pericolo per i poliziotti. I poliziotti invece hanno sparato per uccidere, come dimostra l’elevato numero di morti. Anche un Paracadutista ammette di aver sparato nonostante la resa della vittima. 
 
L’inchiesta si conclude nel 2010, è ufficiale, quella Domenica fu una tragedi ed, i responsabili non furono i manifestanti!

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