Nei giorni scorsi la Polizia provinciale di Reggio Calabria ha notificato a due imprenditori reggini (padre e figlio) rispettivamente di anni 51 e 28, nativi e residenti a Reggio Calabria, l’avviso della conclusione delle indagini preliminari, in quanto padre e figlio, in concorso tra di loro, rispettivamente nella qualità di titolare della ditta il primo, e curatore procacciatore degli affari il secondo, entrambi incaricati per il disbrigo delle pratiche autorizzative per l’esecuzione di lavori presso un immobile sito in Reggio Calabria, con artifizi e raggiri, consistenti nella falsificazione di atti, inducevano in errore i committenti del opera circa la regolarità dei lavori da realizzare, procurandosi un ingiusto profitto con altrui danno, rappresentato dalle somme di danaro consegnate dai committenti per il disbrigo delle pratiche autorizzative e per l’esecuzione dei lavori edili.
In particolare i due imprenditori confezionavano, all’occorrenza, atti falsi, in quanto mai rilasciati dalle autorità amministrative competenti, ovvero, gli uffici comunali del settore urbanistica e la Regione Calabria servizio sismico.
Il personale della Polizia provinciale, che ha operato sotto le direttive del Comandante Domenico Crupi, con il coordinamento del Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Calabria, Teodoro Catananti, titolare delle indagini, ha avuto modo di accertare, mediante acquisizioni e comparazioni dei documenti ottenuti dalle amministrazioni interessate, la falsità degli atti costruiti. Per entrambi e scattata l’accusa di truffa e falso concorso.