Coldiretti: eliminare le sacche di ingiustizia economica e sociale nella Filiera Ortofrutticola Calabrese

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“In modo indiscutibile l’impegno deve essere costante e non farlo sarebbe una battaglia di retroguardia”. Coldiretti Calabria rimane sul pezzo e rilancia il dovere di sconfiggere il caporalato e lo sfruttamento e assicurare reddito alle imprese. Il punto di forza – illustra Coldiretti – è una sempre e più forte reputazione del prodotto agricolo ed agroalimentare italiano in termini di sicurezza alimentare, qualità organolettiche e valore etico che sono elementi  che stanno determinando in modo accentuato  sul mercato internazionale, la leadership del cibo Made in Italy. Un modello di agricoltura e produzione di cibo sostenibile anche nella logica di consumo consapevole per tutte le filiere agroalimentari che ha coinvolto in modo trasparente, con una alleanza vera, il contadino come coproduttore del buon cibo Italiano. La sedicesima edizione del Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione di Cernobbio del 20 e 21 u.s. ha visto tra l’altro la nascita dell’Associazione “Filiera Italia” che vede insieme per la prima volta, gli agricoltori italiani rappresentati da Coldiretti e l’industria agroalimentare d’eccellenza del nostro paese per difendere, sostenere e valorizzare la filiera agroalimentare nazionale dal campo alla tavola. Filiera Italia nasce anche per favorire la conoscenza e la diffusione di pratiche alimentari basate sui principi della dieta mediterranea per una sana ed equilibrata alimentazione. Questi successi organizzativi, culturali e di filiera rafforzano ed accrescono le opportunità per l’agricoltura calabrese sia in termini di potenziale di crescita che di remunerazione del lavoro. I contratti di filiera presentati proprio a Cernobbio da Coldiretti sulla carne bovina, olio e grano coniugano perfettamente l’interesse generale del Paese e dei cittadini con la tutela degli agricoltori e dei lavoratori. “Tutto questo – assicura Pietro Molinaro Presidente di Coldiretti Calabria – impone che la Calabria, regione agricola d’eccellenza e di interesse per l’industria e la distribuzione eviti le distorsioni, elimini le sacche di ingiustizia economica e sociale ancora presenti in particolare nella filiera ortofrutticola regionale. La Distribuzione organizzata italiana deve assumersi pochi ma decisivi impegni: non acquistare prodotti agricoli pagati al di sotto dei costi di produzione ed eliminare dalle campagne promozionali il “sotto costo” sui prodotti alimentari. L’etica nella distribuzione del valore aggiunto deve sempre vincere per eliminare lo sfruttamento e non essere complici e sostenitori del caporalato sul Made in Calabria. In particolare la filiera ortofrutticola calabrese – chiarisce ancor di più – deve essere sempre di più protagonista nel rispetto dei valori del cibo italiano, non dare mai cittadinanza a chi specula o peggio sfrutta sul lavoro. Abbiamo la fortuna di avere una forte distintività e riconoscibilità dei prodotti ortofrutticoli, in vari casi certificata dalle denominazioni comunitarie DOP e IGP. Questo consente di realizzare un prezzo giusto per il consumatore e remunerativo per il contadino. Ecco perché bisogna eliminare del tutto i pagamenti sotto i costi di produzione. Una filiera di qualità proprio perché “vale” – conclude – deve essere trasparente ed eticamente corretta: dopotutto è lo stesso mercato a volerlo”.

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