Medico aggredito a San Ferdinando

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Medici di guardia medica, del Pronto Soccorso, ospedalieri, medici del lavoro e medici legali ma anche medici del 118: l’escalation di violenza non risparmia alcuna categoria medica e quanto accaduto sabato scorso a San Ferdinando, durante un intervento dell’ambulanza, è l’amara riprova che la provincia reggina si trova in un’autentica situazione emergenziale. Lavorare in queste condizioni, nel compito delicato di tutelare la vita e la salute del cittadino, è praticamente impossibile. Diciamo, anzi urliamo, “basta”. Basta alle violenze, basta alle aggressioni, alle minacce, alle intimidazioni, alle vessazioni nei confronti di chi opera in sanità, in prima linea ed in prima persona per salvare la vita umana. La misura è colma, i medici reggini sono continuamente oltraggiati ed offesi nella propria dignità professionale da un sistema che non garantisce condizioni di sicurezza e continua a sovraesporre chi opera in campo sanitario. Ognuno per la sua parte si metta una mano sulla coscienza e reciti il proprio mea culpa in quanto, più e più volte, abbiamo denunciato che questo stato di cose è generato da un insieme di fattori: sovraesposizione mediatica ingiusta ed ingiustificata, querele e liti temerarie, risorse umane e mezzi assolutamente insufficienti ad assicurare risposte ai pazienti calabresi. A tal riguardo sarebbe opportuno definire le lacune del sistema (mancanza dei medici, definizione dei posti primariali ecc.) in modo da poter riportare la sanità nella provincia reggina fuori dalla provvisorietà. Quanto avvenuto a San Ferdinando, purtroppo, è l’ennesimo episodio di una lunga serie a cui siamo costretti ad assistere impotenti ma non silenti e, da oggi, ci dichiariamo pronti a mettere in atto azioni ancora più eclatanti se non riceveremo risposte adeguate o se dovessero verificarsi ulteriori casi del genere. Ogni qual volta che un collega ha denunciato siamo stati solerti ad esprimere la nostra incondizionata solidarietà e vicinanza ai sanitari coinvolti; ci siamo appellati al Ministro della Salute, al Prefetto, alla politica ed a tutte le istituzioni competenti; abbiamo invocato un’ispezione ministeriale per verificare che fossero rispettate le condizioni di sicurezza ma, con amarezza, constatiamo che il nostro richiamo è caduto nel vuoto. Abbiamo invocato anche una maggiore collaborazione da parte dei pazienti e dei loro familiari poiché l’unica strategia vincente risiede nell’alleanza terapeutica fra medico e paziente. E ci lascia basiti il fatto che quando la vittima è il medico nessuno si indigna, quando il sanitario è in torto presunto assistiamo ad un tiro al bersaglio nei suoi confronti. Tuttavia, l’ultimo episodio è grave ed inquietante ed è costato un’infrazione costale con contusioni multiple al collega Antonello Morabito, in servizio presso il 118 di Gioia Tauro. Una prognosi di trenta giorni per curare le ferite del corpo; ed un’onta che nell’animo nessuno potrà mai cancellare. L’equipe era intervenuta sul luogo di un incidente stradale che aveva coinvolto più autovetture e, tra i feriti, solo una donna si trovava ancora all’interno di uno dei veicoli. I sanitari, quindi, hanno attuato i protocolli per i politraumatizzati ed a quel punto il marito della donna è andato in escandescenza filmando la scena con il proprio telefonino, inveendo con offese di ogni genere contro l’equipe per poi passare dalle parole ai fatti con una violenta aggressione fisica nei confronti del dr Morabito. Il medico, nonostante fosse stato malmenato e ferito, ha stoicamente accompagnato la paziente anche presso l’ospedale di Palmi per alcuni esami strumentali. Al rientro al Pronto Soccorso di Gioia Tauro, lo stesso sanitario ha subito un ulteriore tentativo di aggressione da parte dell’uomo che è stato bloccato da alcuni presenti. Solo dopo aver seguito la paziente, per diverse ore, il dr Morabito ha pensato a sé effettuando gli esami che hanno evidenziato l’infrazione costale e, successivamente, ha denunciato l’accaduto alle forze dell’ordine. L’Ordine dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri della provincia di Reggio Calabria, dunque, esprime sostegno e solidarietà al collega coinvolto ed a tutta l’equipe del 118 di Gioia Tauro e rinnova il ricordo di quei medici che, nella nostra Regione, negli anni passati, sono caduti sul campo vittime di una atroce ed incontrollata violenza. Per non dimenticare e perché mai più accada.

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