Si è concluso con tre condanne e due assoluzioni il processo Atlantide per i cinque imputati che hanno optato per il rito abbreviato. Il Gup di Reggio Calabria dott. Laganà ha infatti condannato per associazione a delinquere di stampo mafioso Antonio Esposito (10 anni di reclusione), Gennaro Paolillo (8 anni di reclusione) ed il collaboratore di giustizia Pasquale Labate (un anno e otto mesi).
Assolti invece Francesco Cosoleto, difeso dall’avvocato Mimmo Infantino e Carmelo Stillitano, difeso dagli avvocato Antonio Virgillito ed Antonino Lupini. Per Cosoleto e Stillitano, la Pubblica Accusa, rappresentata dalla dott.ssa Giulia Pantano aveva richiesto rispettivamente 10 anni, e 9 anni e 3 mesi di reclusione.
Gli altri sei imputati nell’ambito della medesima operazione, Biagio Guerrisi, Marcello Giacobbe, Rocco Ivan Stillitano, Giuseppe Stillitano ed Elio De Leo, hanno invece optato per il rito ordinario che si sta celebrando innanzi alla Corte d’Assise di Palmi.
Gli imputati sono accusati a vario titolo, per i reati di associazione a delinquere di tipo mafioso, concorso in omicidio e tentato omicidio pluriaggravato, porto e detenzione illegale di armi, estorsione, anneggiamento aggravato, tutti aggravati dalle metodologie mafiose e ritenuti intranei, anche con ruoli apicali, della ‘ndrangheta nella sua articolazione territoriale denominata famiglia “PIROMALLI”, imperante nella municipalità di Gioia Tauro, con ramificazioni in tutta la “Piana” ed in altre regioni del Nord-Italia.