È inutile negarlo, in Italia c’è un forte clima di disperazione e di rassegnazione. Specie a Lamezia Terme. E ciò non perché non siamo più uno stato sovrano e dipendiamo in tutto e per tutto dalla Comunità Europea e dagli amici banchieri della Merkel. Non perché siamo quotidianamente invasi da orde d’immigrati clandestini che scorrazzano indisturbati nei nostri quartieri, e buona parte di essi delinque alla stessa stregua dei delinquenti nostrani. Non perché il Governo nazionale, così come quello regionale e locale aiuta gli immigrati e abbandona gli italiani alla fame. Non per la disoccupazione dilagante che abbiamo nel nostro territorio. Neanche perché aumenta la povertà e quindi i giovani non possono né sposarsi né fare figli o perché il sistema sanitario nazionale, che ormai non funziona più, riduce il nosocomio di Lamezia ai minimi termini. Non perché il Comune di Lamezia rischia fortemente di essere sciolto per la terza volta per infiltrazione mafiosa.
Semplicemente perché ha perso l’Italia del pallone. Sì, la nazionale di calcio è fuori dal mondiale di Russia 2018. Ci mancava solo questa… Una squadra quella di Mister Ventura che, per come gestita, ricorda il comportamento degli uomini al comando di questa Nazione.
È vero, il calcio per noi italiani non è mai stato solo uno sport. Per le partite di calcio abbiamo da sempre fatto enormi sacrifici, economici, familiari, personali, mentre i veri problemi li abbiamo da sempre presi con leggerezza. Proprio per questo però è ora di comprendere il disastro sociale che c’è in Italia. Se dopo 60 anni, non parteciperemo alla più importante competizione calcistica non è solo colpa dell’allenatore, di alcuni giocatori o del presidente ecc, ma perché non siamo più il popolo italiano abituato a combattere, a lottare, a stringere i denti, a difendere le nostre prerogative, a essere solidali prima verso i nostri fratelli. Ci hanno trasformato in un’accozzaglia di gente molliccia. Non ci salutiamo neanche più fra vicini di casa, segno questo che l’identità nazionale sta via via svanendo a vantaggio del multiculturalismo, della globalizzazione.
Nel nostro piccolo, a Lamezia Terme, l’amministrazione Mascaro è un po’ come l’Italia di Ventura, forse anche peggio. Abbiamo un’amministrazione comunale che fa acqua da tutte le parti, non c’è una formazione compatta, grintosa ed entusiasta. Ci sono un manipolo di persone che, fra di loro, non fanno gioco di squadra neanche nelle commissioni consiliari permanenti, dove uno attende che l’altro faccia il lavoro per tutti, senza sudare, e spesso non hanno in comune neanche l’idea di base. E’ successo più volte, ma ora è più evidente. Basta partecipare alle varie sedute della V commissione consiliare dove da giorni si analizza il Piano Strutturale Comunale. Ieri anche sugli emendamenti proposti da alcuni membri della maggioranza di concerto con il sindaco, gli esponenti di Lamezia Unita e di Forza Italia volevano astenersi dal voto spingendo il presidente a richiedere personalmente il parere tecnico ai dirigenti comunali.
In quest’amministrazione però non ci sono campioni di umiltà del calibro di Buffon, che si lancia in avanti per tentare il tutto per tutto, ma giocatori che attendono che il compagno di squadra gli passi semplicemente la palla. Sono persino in attesa di conoscere la decisione del Consiglio dei Ministri, inermi, mentre la città urla il suo dolore. In due anni e mezzo non sono stati in grado di portare a casa un risultato. Il campo rom di Scordovillo è ancora lì, l’emergenza casa a Lamezia è in forte espansione, la disoccupazione è alle stelle, pochi gli aiuti da parte dei servizi sociali alle famiglie bisognose ma si finanziano progetti per l’accoglienza degli immigrati in città.
E’ una squadra mediocre che non porta importanti vittorie. Proprio come l’Italia di mister Ventura. Non come quella di Prandelli che, dopo la sconfitta con l’Uruguay ai mondiali in Brasile nel 2014, per senso di responsabilità, rassegnò le dimissioni, ma proprio come Ventura, il sindaco Mascaro, è deciso a rimanere l’allenatore nonostante il pessimo risultato raggiunto.
Se siamo in questa condizione, è anche colpa di chi ci governa. È tempo questo di veri cambiamenti. Adesso i lametini capiranno che bisogna muoversi e impegnarsi per cambiare tutto o ancora no?
Mimmo Gianturco
Consigliere Comunale