Riceviamo e pubblichiamo
Chi ha autorizzato, se autorizzati, e a cosa sono finalizzati i lavori in corso presso la cascata dell’Allaro, nel comune di Caulonia, che costituiscono uno sfregio a uno degli ambiti naturalistici e paesaggistici di maggiore bellezza della Calabria?
È questo l’allarmato interrogativo che pongono il Circolo Legambiente di Reggio Calabria e la Sezione Aspromonte del CAI – Club Alpino Italiano in una denuncia trasmessa al Corpo Forestale dello Stato e alla Polizia Provinciale originata dalla segnalazione di un gruppo di escursionisti reggini impegnati nei giorni scorsi in una camminata lungo il percorso che dal territorio dello Ionio porta alle Serre Vibonesi.
All’interno della fiumara Allaro, a circa 400 metri di percorso dall’antico Romitorio di Sant’Ilarione, in contrada San Nicola di Caulonia i giovani amanti della natura si sono trovati di fronte a un vero e proprio sventramento ambientale in atto, con ruspe e camion al lavoro all’interno dell’area di pertinenza fluviale, in prossimità alla cascata che contraddistingue e impreziosisce mirabilmente l’intera vallata (che prende il nome proprio dalla leggendaria fiumara).
“Né agli escursionisti né alle nostre associazioni – scrivono Legambiente e Club Alpino – è stato possibile accertare autore, scopo e finalità di tale intervento, fortemente invasivo in area di vincolo, che certo – sottolineano con una punta d’ironia – non può configurarsi come azione di pulizia o protezione idrogeomorfologica”.
Le associazioni evidenziano inoltre come la eventuale realizzazione di una struttura nel luogo su indicato, “oltre a ferire un ambito di straordinaria e riconosciuta bellezza, costituirebbe una follia in considerazione delle ricorrenti inondazioni dovute a precipitazioni atmosferiche, con i conseguenti pericoli a cui si esporrebbero persone e cose”.
Legambiente e CAI non mancano, con l’occasione, di ricordare come l’area ora oggetto di dissennata manomissione sia la stessa interessata a livello progettuale (Ordinanza d’istruttoria della Regione Calabria – dipartimento n° 9 – settori 1 – servizio 2 – prot. 239294 in relazione alla domanda 21 giugno 2003) da un intervento pesante e stravolgente nella falda della montagna nell’ambito di un investimento più complessivo riguardante tutta la Valle dell’Allaro finalizzato alla realizzazione, da parte di una società privata, di una centrale idroelettrica, fortemente osteggiata dalle popolazioni e dalle istituzioni locali. Queste giustamente chiedono che tale impianto e le opere annesse (di captazione, costruzione di una galleria all’altezza di Rigonà di Nardodipace per la condotta forzata, edificio per le turbine, ecc.) non venga autorizzato dalla Regione Calabria e dagli altri enti preposti, a causa dell’impatto ambientale, paesaggistico e sociale insostenibile.
Alla luce di quanto esposto il circolo Legambiente di Reggio Calabria e il CAI Sezione Aspromonte, si sono rivolti a Polizia Provinciale e Corpo Forestale chiedendo di “voler accertare se e da parte di chi l’intervento nell’“area-cascata” dell’Allaro sia stato autorizzato e se tale autorizzazione sia in regola con le rigorose disposizioni di legge”. Nel caso, ritenuto dalle Associazioni denuncianti assai probabile, che l’opera in via di realizzazione non sia preceduta e sostenuta da alcuna autorizzazione viene chiesto il blocco immediato dei lavori e l’accertamento delle responsabilità.