Essere calabresi oggi

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Oggi essere Calabrese diventa sempre più un peso.
 
Se un Calabrese si ammala probabilmente dovrà fare le valige ed andare altrove poiché gran parte delle strutture sanitarie sono inefficienti e fatiscenti.
Se un Calabrese decide di voler curare gli ammalati dovrà fare anche lui le valige ed andare altrove perché altrimenti si ritroverebbe ad esercitare senza la garanzia di avere strumenti al passo coi tempi, e ritrovarsi sbattuto sulla graticola ogni volta che qualcosa va male, anche quando non è colpa sua.

Se un calabrese cerca lavoro probabilmente dovrà fare le valige ed andare altrove poiché il tasso di disoccupazione è a livelli insopportabili, il potere del lavoratore si riduce giorno dopo giorno perché la domanda di occupazione supera vastamente l’offerta,  e si ritrova anche a fare i conti con quest’immigrazione che ha portato tanta manodopera a basso costo con cui è impossibile competere. 
Se un Calabrese invece decide di dare lavoro dovrà anche lui fare le valige ed andarsene, la fiscalità non è vantaggiosa rispetto ai servizi che questa  martoriata Terra offre, il libero mercato ha messo in ginocchio l’agricoltura, grande risorsa della nostra Terra, così che un proprietario terriero deve scegliere se chiudere, assumere un Ivoriano senza contratto, oppure sommergersi di debiti.

Se un Calabrese decide da buon cittadino di esercitare liberamente il sacrosanto diritto di eleggere i suoi rappresentanti, ecco che si ritrova un Comune commissariato, una Sanità commissariata, una politica inefficiente che spesso preferisce badare ai propri interessi piuttosto che garantire i diritti del cittadino.
Se un Calabrese decide di candidarsi e metterci la faccia invece, ecco che si troverà a portare addosso il fardello di provenire da una Terra disgraziata, sotto i riflettori della Magistratura e che a volte si ritrova in carcere salvo essere scagionato e risarcito dopo qualche mese o costretto a subire lo scioglimento del proprio comune, che se tutto poi cambiasse sarebbe cosa buona e giusta, peccato che pare cambiare tutto affinché tutto rimanga com’è.

Ma siamo Calabresi, e calpestiamo uno dei territori paesaggisticamente più belli del mondo. Abbiamo il mare e la montagna a 10 minuti di distanza, abbiamo la pianura, abbiamo la collina, abbiamo un grosso patrimonio Storico, un grande ed invidiabile patrimonio Architettonico, abbiamo un patrimonio eno-gastronomico che basterebbe per ridurre vertiginosamente la percentuale di Disoccupati. Cosa ci manca? Sicuramente un supporto, sicuramente un valido rappresentante che si batta ad ogni costo per la nostra Terra senza rassegnarsi alla poltrona Romana una volta eletto ai piani alti, ma principalmente dobbiamo ricordarci una cosa: Siamo Calabresi, se questa terra non la cambiamo noi non lo farà nessuno al posto nostro.

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