Nuovo acceleratore lineare al grande ospedale metropolitano, Arruzzolo: momento altamente qualificante dell’offerta sanitaria

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“L’entrata in funzione del nuovo acceleratore lineare, tecnologicamente all’avanguardia ed in grado di colpire il tumore con la massima precisione tutelando i tessuti sani, rappresenta un momento altamente qualificante dell’offerta sanitaria che va sempre più arricchendo il grande ospedale metropolitano di Reggio Calabria. Un risultato ancor più importante – osserva Giovanni Arruzzolo, capogruppo Ncd- per i suoi contenuti sociali, coinvolgendo quegli aspetti che non vorremmo mai trovare sul volto delle persone, quali la sofferenza e il dolore, ma che, purtroppo, sempre più fanno parte della nostra quotidianità.  Al direttore generale Frank Benedetto il merito di aver tagliato, dopo l’apertura del Centro cuore, un altro importantissimo traguardo, testimoniando la qualità e la sostanza di una gestione che parla con i fatti. Per i tantissimi pazienti – aggiunge Arruzzolo- adesso  la tranquillità di potere affrontare a casa propria una prova di vita certamente difficile, ma con la consapevolezza di avere tutte le garanzie per potercela fare grazie a questa macchina che è in grado di fornire risposte complete per ogni patologia tumorale – comprese anche quelle fino ad ieri definite incurabili – e alla competenza e professionalità del primario  Said Al Sayyad, direttore del Dipartimento di Radioterapia ed ematoncologia e del suo staff. Certamente – rileva Arruzzolo- raccogliamo l’appello dello stesso primario riguardo la necessità di un potenziamento di organico di radioterapia per potere rispondere alle nuove richieste e realizzare sempre di più il sistema  di una moderna radiologia funzionale ai trattamenti radioterapici basata sull’integrazione dei saperi nell’efficienza della terapia oncologia. Intanto- conclude Arruzzolo- salutiamo con grande soddisfazione il nuovo acceleratore lineare che, nel dare nuove speranze di guarigione, consente anche di ridurre le spese e l’emigrazione sanitaria, il grande cruccio della sanità calabrese”.   

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