Gianturco (CasaPound): chiusura carcere impensabile per città popolosa come Lamezia, istituzioni fingono di non sapere

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Riceviamo e pubblichiamo

Detenuti trasferiti ed un carcere chiuso da un giorno all’altro senza che le principali istituzioni politiche sappiano nulla, come dimostrano le dichiarazioni di sgomento (reale o fittizio?) rilasciate a poche ore dalla notizia della chiusura del carcere di Lamezia Terme dal sindaco Gianni Speranza e dal presidente del Consiglio regionale Franco Talarico: tutto ciò non puo’ esser considerato normale.

Tutto ciò non è ordinaria amministrazione e non è pensabile che la questione sia stata trattata come tale nel tentativo di farla passare sotto silenzio.
Settanta lavoratori della struttura costretti a spostare la propria sede lavorativa a decine di chilometri di distanza, avvocati e magistrati di un tribunale di cui fortunatamente siamo riusciti ad impedire la chiusura che subiranno per la stessa ragione un evidente rallentamento nel proprio lavoro a scapito della comunità e, naturalmente, maggiori disagi per le famiglie dei detenuti lametini che vedranno così allontanate le loro famiglie.

La questione non può giunger nuova al sindaco Speranza ed alle altre istituzioni, che avrebbero perlomeno dovuto vigilare in seguito al notevole ampliamento (+ 350 posti) del carcere di Catanzaro, se non altro perché tale ampliamento – deciso tra 2008 e 2009 – lasciava presagire negli addetti ai lavori (che avevano lanciato l’allarme per tempo) la dismissione del carcere lametino. Per una volta, dicano la verità. Quel che è certo è che Lamezia, tra i comuni più popolosi della regione, non può rimanere priva di una propria casa circondariale. Siamo pronti alla battaglia così come fu per il mantenimento del tribunale.

Mimmo Gianturco – coordinatore regionale CasaPound Italia

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