Facebook censura la tutela dei minori”: non usa mezzi termini Antonio Marziale, Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione Calabria, spiegando: “Ho postato la foto di una donna che partorisce, su commissione, e porge all’istante il piccolino ad una coppia gay. Ho definito tale gesto un mercimonio inaccettabile, avverso al diritto dei minori di attaccarsi ad una mammella piuttosto che ad un petto villoso e sterile e l’amministrazione lo ha cancellato, censurando una rivendicazione legittima e offendendo migliaia e migliaia di utenti che lo avevano condiviso”.
Per il Garante: “In Italia, grazie al cielo, la maternità surrogata è vietata, dunque Facebook contravviene alle leggi di un Paese che, tramite un rappresentante istituzionale, sprona l’opinione pubblica e i governanti a farsi portavoce laddove, invece, è permessa. Il signor Zuckerberg dovrebbe spiegare ai suoi amministratori che ci sono ben altre pagine da censurare e che invece rimangono impunemente attive”.
Contro la decisione di Facebook, Marziale annuncia: “Farò un esposto al Governo, all’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, alla Polizia Postale, al Corecom e ad altre istituzioni perché è inaccettabile che un veicolo di trasmissione del pensiero, rivendicante i diritti dei bambini, debba essere censurato a tutto favore di una lobby che pretende di zittire il mondo a favore di egoismi adulti innaturali. Se Facebook conta più delle leggi di un Paese ciò vuol dire che lo Stato è alla frutta”.