In riferimento a quanto pubblicato dagli organi d’informazione circa i dati che confermerebbero un calo dei parti nell’ospedale di Lamezia Terme, interviene il dott. Domenico Perri, direttore dell’unità operativa Ginecologia e Ostetricia e del Dipartimento Materno Infantile, il quale, “per onore di verità basata sull’evidenza dei dati”, precisa quanto segue:
“L’unità operativa di Ostetricia e Ginecologia del Presidio “Giovanni Paolo II°” di Lamezia, che mi onoro di dirigere da circa due anni, ha sempre assistito un numero di parti di poco superiore ai mille. E più precisamente nel 2015 n. 1025 parti — 2016 n. 1020 parti — nel 2017 n. 1003 parti. Siamo quindi una U.O. che mantiene costanti il numero di parti diminuendo costantemente, come da Decreto Fazio/2010, la percentuale di Tagli Cesarei: nel 2017 i tagli cesarei primari sono in linea con quanto richiesto dalla nostra Regione e cioè del 25,5%. Di questi dati tutti gli Operatori della U.O. vanno orgogliosi.
Chi scrive, anche in qualità di componente del Comitato Percorso Nascita Regionale, sa benissimo e informa anche chi questi dati non conosce, che il bilancio demografico della nostra regione in termini di natalità è passato dai 18.451 del 2002 ai 16.036 del 2016. Nel 2017 per la prima siamo scesi al di sotto dei 15.000 nati. In termini di percentuali il tasso di natalità per mille abitanti è passato dal 9,2 al 8,1 in Calabria. I motivi di questo fenomeno di denatalità sono ben noti a tutti e tanto più è evidente quanto maggiore è la crisi socioeconomica nelle diverse regioni.
Il dato Nazionale è sconfortane in quanto si è passati dai 552.725 del 2008 ai 464.000 dei 2017 Minimo storico) con un decremento del 2% rispetto al 2016. Per contro il numero di decessi in Italia nel 2017 è pari a 647.000 con un incremento del +5% rispetto al 2016. Questi dati ci dicono in modo assoluto che non solo siamo a crescita zero ma addirittura in forte decremento demografico, nonostante il numero considerevole di migranti degli ultimi anni che hanno dato una mano anche in termini di natalità.
E’ chiaro ed evidente quindi che , in regime di decremento della natalità nella nostra Regione, chi come noi mantiene costante negli anni il numero delle nascite può dichiararsi soddisfatto, in quanto, così come definito in Statistica Sanitaria, è in “aumento relativo”.
Circa la soppressione della TINI a Lamezia penso che risulti ormai chiaro a tutti che il Direttore Generale ha alcuna responsabilità. L’Ufficio del Piano di Rientro ha deciso che le Tin dovessero essere allocate negli Hub di Catanzaro, Cosenza e Reggio. E’ indubbio che conseguentemente, seguendo le Linee Guida Nazionali, siamo impossibilitati ad accettare donne gravide prima della 34° nello Spoke di Lamezia e quindi costretti attivare il trasferimento (STAM) verso l’Hub che molto spesso é quello di Cosenza, perdendo dei parti; ma è altrettanto vero che a Lamezia partoriscono donne provenienti dal Vibonese, dal Tirreno Cosentino, dal Catanzarese e perfino qualcuna anche dall’area ionica. Questo in quanto il rapporto medico paziente nella donna gestante assume un carattere particolare per cui la donna tende sempre a partorire in quell’Ospedale in cui lavora il proprio ginecologo. Sarà anche noto a molti che a Lamezia vi sono dei valenti professionisti che lavorano al Pugliese e che quindi le donne da loro seguite nel percorso nascita vadano poi a partorire a Catanzaro, indipendentemente dalla TIN.
In ultimo, e non per importanza, bisogna dar atto del grande lavoro che svolge la Neonatologia di Lamezia, che in carenza di Dirigenti Medici, sta garantendo con grandi sacrifici un alto livello assistenziale h24. Ma anche su tale versante l’impegno della Direzione Generale darà risposte risolutive.
Spero di aver dato un contributo di chiarezza in merito alla rappresentazione allarmistica dei dati che determina sfiducia nelle donne di Lamezia, che ovviamente sono libere di scegliere l’Ospedale in cui partorire, dichiarando fin d’ora la massima apertura e disponibilità, unitamente al Direttore del POU Dott. Antonio Gallucci, al confronto nell’interesse unico e imprescindibile del miglioramento della qualità delle prestazioni erogate a favore delle donne lametine e non.
L’importante che non si infanghi gratuitamente il lavoro e la professionalità degli operatori del proprio Ospedale. Se ciò dovesse essere il fine di infiniti e ripetitivi articoli invito il Direttore Generale, quale legale rappresentante dell’Azienda, a voler tutelare nelle Sedi competenti l’immagine della stessa ipotizzando un danno di immagine.”