Vendono tutto e vanno a vivere in barca a vela

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È capitato a tutti, nei momenti di grande stress causati dal frenetico stile di vita moderno, di pensare “basta, mollo tutto”. Ed è successo anche a Fabio Portesan e alla moglie Marina Leva, che però non si sono fermati a pensarlo, ma hanno detto davvero addio alla loro precedente e sicura vita. Per tuffarsi in un futuro aperto ma molto più luminoso.  

I coniugi prima svolgevano due lavori “normali” (se così si può definire il lavoro al giorno d’oggi, che assorbe la quasi totalità del tempo e delle energie, quando c’è). Fabio, anni 38, informatico, e Marina, anni 30, direttrice di negozio, hanno venduto casa e si sono buttati in una entusiasmante avventura: il progetto «Valeila». Vivere in barca a vela per i prossimi due anni, con due bambini e due gatti.

La loro storia così singolare ha attirato l’attenzione di giornali nazionali (La Stampa, La Repubblica, Il Fatto Quotidiano), delle emittenti radiofoniche (Radio Deejay, Radio Capital e Radio Montecarlo), di trasmissioni televisive come La vita in diretta, che li segue a cadenza mensile. Nell’elenco di coloro che promuovono il progetto della famiglia Portesan, c’è anche il festival «Il Federiciano» di Rocca Imperiale, grazie al suo ideatore Giuseppe Aletti, dal vivace spirito imprenditoriale, intento a intraprendere costantemente nuove ed entusiasmanti collaborazioni.

«In questo momento ci troviamo nella baia di Voutoumi, dell’isola di Antipaxos. Ci sono 28 gradi – ci dice Fabio, che abbiamo raggiunto per telefono -. La mitologia vuole che, qui, Poseidone abbia creato il suo nido d’amore con Anfitrite».

Lasciare tutto per andare incontro alla vita? «L’inizio di questa avventura si può far risalire a quando ho incontrato Marina. Abbiamo subito capito che Novara (la loro città, ndr) ci stava stretta. Viaggiando, ci siamo resi conto che a renderci felici era il mare: da lì la decisione è stata naturale. Abbiamo man mano venduto ciò che avevamo, e poi acquistato una barca. Il destino ci ha dato una mano».

È una scelta alternativa, ma non così inusuale, come si è portati a pensare qui in Italia, dove la nautica è molto dispendiosa per via degli alti costi di gestione della barca. Per inseguire il loro sogno, i Portesan sono stati “costretti” a lasciare i confini nazionali, scegliendo posti con costi economicamente più vantaggiosi, dove hanno stretto amicizia con tante famiglie europee che condividono lo stesso stile di vita. «A noi va benissimo così: i bambini sono piccoli, Valerio sta studiando per concludere la quinta elementare da privatista, e Leilani ha 4 anni. In questa fase, a loro bastano genitori e amici».

Anche i gatti stanno meglio. «Eravamo preoccupati per loro, perché hanno sempre vissuto in appartamento. Invece, in barca si muovono a loro agio e, quando siamo in porto, scendono spavaldi».

Da casa, è possibile seguire virtualmente la loro rotta, con i social network: attraverso le pagine Facebook e Istangram, il canale Youtube, il sito internet www.valeila.com, tutti aggiornati costantemente. I più fortunati potranno, invece, imbarcarsi con loro, previa prenotazione all’email: info@valeila.com

A seguire le vicende di questa adorabile famiglia, c’è un sostenitore speciale: Giuseppe Aletti, l’ideatore del festival «Il Federiciano» di Rocca Imperiale. Il festival poetico, quest’estate all’insegna dei festeggiamenti per la decima edizione, è gemellato con il progetto Valeila, con cui condivide appieno lo spirito d’iniziativa.  

«Come i Portesan, noi abbiamo sposato l’idea di andare incontro alla vita in maniera libera – confida Giuseppe Aletti che, insieme alla moglie Valentina Meola, ha intrapreso un percorso lavorativo nell’editoria, intrecciando spesso famiglia e lavoro -. È una condizione che manca alla maggior parte degli autori contemporanei che sono bloccati dal vivere quotidiano, con la testa sul telefonino o davanti a un monitor, quando invece dovrebbero andare in giro ad assaporare i colori del mondo. La vita di questa famiglia, in maniera molto simbolica, è rappresentativa di quello che ogni autore dovrebbe fare», continua Aletti, che ha già in mente un progetto concreto da sviluppare insieme ai Portesan: una traversata speciale, in cui coinvolgere autori da tutta Italia attraverso un concorso di poesia e dei reading a bordo, per coniugare arte poetica e viaggio, seguendo le orme dei gran tour degli scrittori dell’Ottocento. In sintesi: viaggiare per scrivere, «recuperando così un tradizionale valore identitario per chi si occupa di scrittura».

Per il momento è un bozzolo di idea, ma, conoscendo Aletti e considerate le ottime premesse, presto prenderà una splendida forma. Basta fare il primo passo, lasciandosi guidare dalla passione.

 

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