“L’Ente Parco Nazionale c’è, c’è stato e ci sarà per ridurre l’isolamento del Santuario di Polsi, migliorare la fruizione di percorsi religiosi e tutelare le Aree naturalistiche di pregio contigue al Santuario. L’impegno, su questi fronti, è totalizzante”.
Lo ha dichiarato il Presidente del Parco Nazionale dell’Aspromonte, Giuseppe Bombino, presente all’inaugurazione del Presidio di ricezione denunce dei Carabinieri al Santuario di Polsi, realizzato dall’Arma con la collaborazione dell’Ente Parco, della Prefettura di Reggio Calabria e della Diocesi di Locri-Gerace.
“Recentemente il nostro Ente ha stanziato 40 mila euro per la salvaguardia dei servizi ecosistemici dell’Area di Polsi, per la tutela del patrimonio naturale e culturale e per il miglioramento degli itinerari religiosi che conducono al Santuario. Vi è, inoltre, una costante interlocuzione con l’Arcidiocesi Locri-Gerace, con il Rettore del Santuario, con la Prefettura di Reggio e con il Comune di San Luca, per avviare nuovi progetti di valorizzazione dell’intera Area che si caratterizza, oltre che per la sua vocazione religiosa, anche per le caratteristiche naturalistiche di enorme pregio. Il Parco, inoltre, sta sviluppando le progettualità per il miglioramento delle “infrastrutture verdi” all’interno dell’Area Protetta – ha proseguito Giuseppe Bombino – di cui al finanziamento di 10 Milioni di Euro finanziati nell’ambito del Piano di Sviluppo e Coesione 2014-2020, che consentiranno di intervenire definitivamente sulla viabilità di collegamento “Montalto-Polsi”. L’opera si rivela strategica per il territorio aspromontano e rientra in un più ampio e straordinario piano di riqualificazione della percorribilità e fruibilità interne al Parco. Il Presidio dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia Medica a Polsi rappresenta l’esito di una sinergia Istituzionale promossa dal Prefetto di Reggio Calabria Michele di Bari, e ribadisce la ferma volontà dello Stato di avviare un percorso culturale nuovo, incentrato sui valori religiosi e naturalistici del luogo, quali simboli irrinunciabili per l’affermazione della legalità e di riduzione dei “fattori di espulsione” dei centri montani rispetto ad una visione unitaria del territorio dell’Aspromonte” ha concluso Giuseppe Bombino.