Seminara (Reggio Calabria). Domenica 13 Aprile, da partire dalle ore 16.00 andrà in scena “La Passione di Cristo”, partendo da Piazza Vittorio Emanuele III, la rappresentazione si snoderà attorno al Centro Storico. Dall’ingresso a Gerusalemme, al Cenacolo, al Getsemani, all’arresto di Gesù, al Sinedrio, al processo da Pilato, alla Flagellazione, alla Via della Croce fino ad arrivare sul monte della Crocifissione sarà un’incalzare di emozioni. Vincenzo Attisano, assessore alla cultura del Comune di Seminara presentando la rappresentazione ha specificato come si tratti di “un evento nato nel nostro Comune alla fine degli anni ’80 come “Via Crucis Vivente” che si svolgeva il Venerdì Santo, organizzato dalla Comunità dei Padri Canossiani e da un gruppo di ragazzi volontari che oggi, con la stessa passione di quei tempi, si ritrovano in scena tra i personaggi principali. Dopo vent’anni, nel 2010 ho ripreso questa tradizione insieme ad un bel gruppo di volontari che, mossi dalle più lodevoli intenzioni anche quest’anno stanno svolgendo un prezioso lavoro per questo evento. Una tradizione, innestata mirabilmente in un’ottica di fede genuina, tra le tante del nostro Comune che sembrava ormai persa, è tornata con grande imponenza affermandosi sicuramente come uno dei più importanti eventi della nostra Provincia che si svolgono nella Settimana Santa lasciando una grande emozione nei cuori dei cittadini seminaresi e delle migliaia di persone che arrivano da ogni dove2 L’evento negli ultimi anni ha attirato l’attenzione delle più importanti emittenti televisive della nostra Regione facendolo apprezzare sempre più e alzando sicuramente ancora di più l’attenzione e la passione della gente per questo paese già conosciuto per la sua grande storia, per la sua arte, per le sue bellezze, prima fra tutte la Regina di Seminara, la Madonna dei Poveri.” Sulle motivazioni che hanno portato a mettere in scena la Passione, Attisano ha precisato come “l’evento nasce, in prima battuta, dall’intento di riprendere un’antica tradizione ed anche, ma non secondariamente in relazione all’importanza, dal desiderio di unire un’intera Comunità in un’esperienza unica che sicuramente contribuirà ad arricchire i cuori dei partecipanti nella gioia di condividere un percorso di fede, spiritualità, fratellanza ed anche di crescita culturale. Non a caso nelle gigantografia che saranno affisse in tutta la Provincia abbiamo scelto, insieme al Sindaco, dott. Giovanni Piccolo, al Vice Sindaco, dott. Carmelo Ianni – i quali si dicono entusiasti per l’attività che stiamo portando avanti incoraggiandoci nel sostenere le difficoltà, sia sul piano logistico, non meno che sul versante economico – e al rettore della Basilica-Santuario Madonna dei Poveri Don Mino Ciano, che cura la parte spirituale verso la quale apriamo i nostri cuori, di mettere il logo del Comune e del Santuario e come titolo “la Comunità di Seminara presenta…La Passione di Cristo” per dare un segno visibile del desiderio di crescita della Comunità, nello sforzo teso a far si che tra Comunità Civile ed Ecclesiale ci sia non già frammentazione ma condivisione di valori e desiderio comune di crescita.”
Si tratta di una rappresentazione di certo non facile realizzazione, atteso che, così come specificato dall’assessore alla cultura “tra attori principali, comparse, figuranti sono oltre 100 i partecipanti di ogni età ed il lavoro che stiamo facendo per l’ottima riuscita dell’evento è davvero faticoso. Mesi e mesi di preparazione, notti insonni per i pensieri che avvolgono la mente, buona parte delle giornate a parlare solo della Passione, ragazzi e adulti che diventano di giorno in giorno irriconoscibili per le folti barbe che crescono sui loro volti per immedesimarsi al meglio nel ruolo che andranno ad interpretare. Facciamo notte fonda a provare le scene, lavorando alle scenografie che andranno ad abbellire i luoghi naturali che questo Comune vanta di avere. Tanti sacrifici, è vero, ma sono quelle grandi cose che aiutano la nostra Comunità Civile e Religiosa a crescere in comunione gli uni con gli altri così che anche ogni fatica diventa un piacere.“ Un lavoro minuzioso e attento, in quanto “l’intento di quest’anno, – prosegue Attisano – almeno nelle intenzioni, è quello di apportare alcuni cambiamenti che si spera possano qualitativamente migliorare la rappresentazione. Ho riguardato i filmati delle precedenti edizioni, osservato ogni singolo movimento ed ho pensato che, apportando modifiche alle scene, alle ambientazioni ed ai costumi, sarà come proporre l’evento per la prima volta. Molte scene nuove, molti personaggi nuovi così come nuovi saranno i luoghi e gli scenari. Sono sicuro che le emozioni trasmesse alle persone, che aspettiamo numerose, saranno più forti degli altri anni perché ognuno dei partecipanti, soprattutto chi andrà ad interpretare il ruolo di nostro Signore Gesù Cristo, della Madre di Gesù, degli altri ruoli fondamentali, ognuno di noi, sia che partecipi attivamente, sia che lavori dietro le quinte seguirà un percorso di preparazione che, come ha sottolineato don Mino ad uno degli incontri di preparazione, sarà una vera e propria “catechesi animata”. “
Tanto studio e tanti sacrifici con un unico intento però, poiché “lo spirito con il quale prepariamo questa rappresentazione non è certo quello del “mettersi in mostra”. Nessuno dei partecipanti è attore o studia recitazione. Tutti usiamo il cuore, ma soprattutto la fede, per cercare di entrare nel “vissuto storico” al fine di comprendere intensamente e riflettere su quelle scene così forti sforzandosi di capire cosa possa aver provato Gesù nella Sua Passione, quale dolore abbia provato la Santa Vergine Maria e quanto sia grande il disegno d’Amore di Dio per la nostra salvezza. “
Infine, Vincenzo Attisano lancia un appello “Mi auguro che in tutti, possa nascere il desiderio di partecipare a questo evento. Se dovessi condensare in uno slogan l’amore, la passione, l’impegno che tutti quanti noi stiamo profondendo, dalla prima all’ultima persona impegnata nell’allestimento de “La Passione di Cristo” direi: «non fatevi raccontare questo evento…VIVETELO!»”.