Nel pomeriggio di ieri, 05/10/2018, personale in forza al Commissariato di P.S. di Polistena – unitamente a personale della Sezione di Polizia Stradale di Reggio Calabria – ha dato esecuzione all’Ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa in pari data dall’ufficio GIP del Tribunale di Palmi a carico di L. G. M., Assistente Capo della Polizia di Stato in servizio presso un Distaccamento di Polizia Stradale della provincia reggina.
I reati contestati all’indagato sono quelli previsti dagli artt. 81 cpv, 56; 319 quater; 323, 61 n. 2; 346, c. 1 e 2, cod. pen., ovvero abuso d’ufficio continuato ed aggravato, millantato credito continuato e tentata induzione indebita.
La misura trae origine da una penetrante attività d’indagine disposta dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palmi e svolta dallo stesso Commissariato di P.S. di Polistena, ritenuta assolutamente indispensabile al fine di individuare non soltanto le modalità concrete con le quali l’indagato abbia abusato della propria qualità di pubblico ufficiale, ma altresì le potenziali vittime della propria attività illecita, gli atti del suo ufficio soggetti a mercimonio, nonché le utilità richieste per l’esercizio delle proprie funzioni.
In sostanza, l’indagato si è impegnato in ogni modo pur di convincere i suoi interlocutori – l’incontro con i quali è avvenuto per lo più in occasione di controlli su strada – della necessità di un proprio “aiuto”, persuadendoli dell’esigenza di dover corrispondere del denaro o altre utilità, anche di natura sessuale, per ottenere dei vantaggi indebiti, tra i quali l’omessa contestazione di infrazioni al Codice della strada, nonché la promessa di ottenere facili assunzioni nel pubblico impiego.
La pluralità degli addebiti contestati allo stesso L.G.M. – già indagato nel recente passato per vicende analoghe dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Locri – ha fatto pertanto ritenere come la stessa libertà personale dell’indagato possa comportare dei rischi evidenti in termini di reiterazione delle condotte illecite, nonché il pericolo di eliminare eventuali ulteriori fonti di prova a suo carico.
Pertanto l’indagato – a seguito delle incombenze di rito successive all’arresto – è stato associato alla Casa Circondariale “Arghillà” di Reggio Calabria, ove permarrà a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.