Una interrogazione ex art. 121 indirizzata al Presidente della Giunta regionale in merito “ai disservizi del reparto di radiologia della ‘Casa della Salute’ di Scilla”.
L’ha depositata ieri il consigliere regionale Giuseppe Pedà per conoscere “se sono stati programmati interventi per la risoluzione delle problematiche che afferiscono il nosocomio e per l’immediato ripristino della funzionalità dei macchinari in dotazione al servizio di radiologia”.
Nello stesso atto di sindacato ispettivo, il rappresentante istituzionale chiede “di essere informato relativamente agli interventi che verranno adottati per risolvere tale intollerabile situazione assieme al cronoprogramma degli stessi”.
“Le notizie diffuse dagli organi di stampa nei giorni scorsi – afferma Pedà – segnalano l’ennesimo caso di disfunzione – ormai endemica – nell’erogazione delle prestazioni sanitarie in Calabria: mi riferisco alla ‘Casa della Salute di Scilla’, nata dalla riorganizzazione dell’ex nosocomio ‘Scillesi di America’ che, contrariamente alle aspettative ed ai proclami, sta dimostrando falle gestionali sempre più gravi. Da quanto riportato dai quotidiani locali, da circa tre settimane il macchinario preposto alla stampa delle immagini radiografiche è fuori uso. A causa di questa circostanza, gli assistiti possono fruire delle prestazioni radiologiche solo ed esclusivamente in presenza del radiologo che, analizzando le immagini sul monitor, le referta immediatamente”.
“Tale situazione – stigmatizza – costituisce gravissima limitazione alla fruizione dei servizi sanitari essenziali, integrando gli estremi dell’interruzione di un Pubblico Servizio. Va altresì considerato il rischio che discende da tale ridotta efficienza del servizio, nell’ipotesi di assenza temporanea dello specialista, per il caso di situazioni di urgenza che dovrebbero essere quantomeno affrontate come primo soccorso. Serve ribadire che tale ritardo nella riparazione di un macchinario sanitario così importante rappresenta l’ennesimo ‘caso eclatante’ che i calabresi non possono ulteriormente tollerare e che è l’emblema di una disfunzione cronica che la Magistratura Contabile ha reiteratamente segnalato quale piaga e patologia di tutto il Sistema gestionale della Sanità in Calabria”.
“Peraltro, osserva l’esponente politico, il progressivo ricorso a servizi di apparente riorganizzazione – per coprire gli squilibri cagionati da una cattiva programmazione o scelte scellerate e la pessima gestione del rapporto con il territorio – rappresentano oltre che un danno economico anche e soprattutto una fonte di rischio inaccettabile per la vita e per la salute dei cittadini”.
“Di fronte a queste situazioni emerge l’indignazione della società civile e della classe politica che ha a cuore solo e soltanto la realizzazione di presidi importanti nel sistema di cure territoriali che, se opportunamente concepiti in maniera integrata e coordinata con la rete ospedaliera, rappresentano un punto di riferimento chiaro per il cittadino”. “Preso atto della responsabilità che il Consiglio regionale assume nella misura in cui è chiamato a dare ai cittadini risposte adeguate, servizi definiti e ben organizzati, certezza nell’erogazione dei servizi e nella fruizione dei diritti fondamentali riconosciuti dalla nostra Costituzione, perché non è vero che la Calabria è terra di nessuno e che in Calabria morire di malasanità succede e succederà; rilevata la necessità di mantenere alta l’attenzione della politica sull’attuazione dei LEA in Calabria, garantendo interventi immediati per mettere fine alle situazioni di disagio subite e sofferte dai cittadini, ma anche dal personale medico e paramedico che, lavorando tra mille difficoltà, dimostra attaccamento al lavoro e spirito di abnegazione, chiedo al presidente Oliverio – conclude Giuseppe Pedà – di adottare i necessari interventi per il superamento di una serie di criticità che arrecano pregiudizio al diritto alla salute dei cittadini”.