Procuratore capo su il rosarnese Amato: “È un appartenente al clan, comunque è pericoloso”

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“Valuteremo cosa sia stato decisivo per la resa e cosa no. Bisognerebbe capire che cosa stava cercando e che cos’ha avuto. Anche questo sarà elemento d’indagine”. Così il procuratore capo di Reggio Emilia, Marco Mescolini, commenta il sequestro di persona messo in atto lunedi dal condannato a 19 anni e un mese di Aemilia: Francesco Amato, 55enne originario di Rosarno, ma residente da trent’anni nel reggiano è considerato dagli inquirenti uno degli organizzatori del clan emiliano di ‘ndrangheta.
    L’uomo , dopo aver tenuto per ore cinque dipendenti chiusi nell’ufficio postale di Pieve Modolena sotto la minaccia di un coltello, si è consegnato ai carabinieri rilasciando incolumi tutti gli ostaggi. “Abbiamo tenuto il peggio fin dall’inizio, non era facile prevedere cosa potesse succedere considerando il fatto che si è rivelata lucida e coerente con la figura che è sempre stata: si tratta di un appartenente al clan, comunque pericoloso”, ha detto.

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