Dopo le conferenza stampa di ieri dove Giuseppe Scopelliti ha annunciato le sue dimissioni da presidente della Regione Calabria, infuriano le polemiche da parte di tutto il partito democratico.
L’ex sindaco di Reggio, dopo aver comunicato le dimissioni ha lanciato una stoccata al Ministro Lanzetta, rea secondo lo stesso di aver utilizzato una scorrettezza istituzionale, accelerando oltremodo l’iter burocratico inerente il procedimento di sospensione dalla carica di Governatore dopo la sentenza Fallara.
Immediate le reazioni da parte dei democratici, e se Massimo Canale parla del periodo Scopellitiano come “una fase politica densa di ombre e costellata di fallimenti amministrativi” spronando il centrosinistra a “portare la nostra Regione fuori dal tunnel in cui è stata cacciata da quattro anni di vuoti slogan e malgoverno” e il Pd reggino parla di uno Scopelliti in “delirante confusione” è il Presidente della Commissione Antimafia Rosy Bindi a lasciarsi andare a delle dichiarazioni “sarcastiche” ma ugualmente pesanti come macigni.
La parlamentare democratica, eletta come capolista in Calabria, infatti, dopo aver chiarito il perché della mancata audizione di Scopelliti nella precedente visita a Reggio della commissione da lei presieduta in quanto “quando è arrivato il suo turno c’era già stata la sentenza, e dopo una sentenza di condanna per la quale era prevista la decadenza non abbiamo ritenuto opportuno ascoltarlo” , con un’affermazione dalle mille interpretazioni ha invitato l’ex presidente a essere ascoltato dalla commissione antimafia “come cultore della materia”. Sarcasmo o diretta accusa di collusione? A ognuno la propria interpretazione.