La polizia di Catania ha arrestato un pregiudicato catanese di 32 anni per apologia del terrorismo mediante strumenti informatici e per istigazione ad arruolarsi in associazioni terroristiche. Secondo l’accusa, l’uomo, dopo essersi convertito all’islamismo nel 2011, aveva iniziato a utilizzare i social network per la sua attività di propaganda e di diffusione mediatica. Nei suoi confronti è stata eseguita un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del capoluogo etneo.
Si era convertito in carcere nel 2011, a Caltagirone, mentre stava scontando una condanna a cinque anni di reclusione per violenza sessuale, il catanese Giuseppe D’Ignoti, 32 anni, arrestato dalla polizia per apologia del terrorismo. Diceva di essere egiziano e di chiamarsi Ahmed e incitava a prendere un fucile o un coltello ed andare ad ammazzare qualcuno ovvero a “fare pulizia a Milano, in Calabria…”. . Aveva iniziato una capillare campagna sui social netowrk, in particolare su WhatsApp, sollecitando una guerra santa in Italia. Ai partecipanti inviava video ed immagini ritraenti gesta delle milizie dell’Isis, scene cruente di uccisioni e decapitazioni, ed anche i cosiddetti Nasheed, i tipici canti che inneggiano all’Isis ed alla Jihad, fornendo una visione estremistica e radicalizzata della fede religiosa islamica, anche con lo scopo di far osservare rigorosamente alle donne i dettami della religione musulmana.
Aveva costretto la propria compagna a seguirlo nella sua scelta religiosa, obbligandola a portare il velo e a vedere immagini e video di crudeli esecuzioni di “infedeli”. Giuseppe D’Ignoti il 32enne catanese arrestato dalla polizia di Catania con l’accusa di apologia dei delitti di terrorismo mediante strumenti informatici e istigazione ad arruolarsi in associazioni terroristiche era, secondo la polizia, assolutamente radicalizzato. Il 4 ottobre del 2017 era stato arrestato dalla Digos della Questura di Catania con l’accusa di riduzione in schiavitù, violenza sessuale continuata, sequestro di persona, maltrattamenti e lesioni personali gravissime commessi nei confronti della donna con cui aveva convissuto da aprile al 20 settembre 2017. D’Ignoti, era già stato condannato per il reato di violenza sessuale, lesioni e maltrattamenti ai danni dell’ex moglie e aveva scontato la pena in carcere, a Caltagirone, dal 2010 al 2015 dove si era convertito all’islamismo sotto l’influenza del marocchino Aziz Sarrah, allora 31enne, poi rimpatriato nel 2017 dall’Italia poiché trovato in possesso di un vessillo dell’Isis