Sabato 23 e e domenica 24 marzo, in tutta Italia sono stati 1.100 i luoghi aperti al pubblico per la 27ª edizione delle «Giornate Fai di Primavera».
Tutte le Regioni hanno mostrato ai visitatori i loro tesori, conosciuti e meno conosciuti, e tra questi alcuni “gioielli” della CALABRIA che non finisce mai di stupire.
Da SEMINARA a SAN BASILE, da SAN GIORGIO MORGETO a SAN GIOVANNI IN FIORE, da PIETRAPAOLA ai giganti delle Sila nel territorio di SPEZZANO DELLA SILA, da CACCURI a FILADELFIA, e poi BADOLATO, il borgo , che per un paradosso tutto meridionale , è diventato famoso nel il mondo, prima che per le sue bellezze storico-artistiche , perché negli anni ’70 fu messo in vendita provocatoriamente perché svuotato e dimenticato.
BADOLATO, come molti centri storici dell’entroterra calabrese – , martoriata da eventi naturali, da disastri idrogeologi e da eventi del tutto umani come l’emigrazione e lo spostamento dell’abitato sulle zone costiere – si è via via “spenta”, per rinascere a causa di un altro evento umano: nel 1997 una nave, con circa persone 800 di origine curda, in fuga dall’ Iraq si arenò su queste coste.
Da qui un progetto di accoglienza, sostenuto dalla stragrande maggioranza della popolazione, che ha via via ripopolato il borgo medioevale e successivamente richiamato personalità della cultura e dello spettacolo, fino alle candidature all’Onu per il “World Habitat Award”, ricevendo una menzione d’onore, e la prestigiosa presenza nel cortometraggio “Il Volo”, del famoso cineasta tedesco Wim Wenders, ispirato proprio alla rinascita di Badolato e alle prospettive verso il futuro.
Oggi BADOLATO è riconosciuto come “Borgo degli artisti e degli stranieri”, poiché artisti di fama , e cittadini provenienti da diversi paesi d’Europa e del mondo trascorrono qui le proprie vacanze, comprando e ristrutturando le vecchie case , riportando, pur tra i tanti problemi che ancora persistono , alla luce i tesori di BADOLATO.
Non si può, infatti, andar via da BADOLATO senza aver fatto il giro delle “sette chiese” , che qui sono ben tredici, perdendosi tra le meraviglie di stucchi e decorazioni, altari e soffitti in legno, ma purtroppo anche afflitti in, qualche caso, dallo stato di abbandono ed incuria.
Da qui il merito delle giornate che il FAI, sostenuto da ENEL dedica al patrimonio artistico e naturale italiano: “aprire le porte dell’incredibile” , dal bello perfettamente conservato al bello che rischia di estinguersi, insieme a tradizioni e culture, per richiamare all’attenzione nazionale il bisogno di tutela,di salvaguardia e di valorizzazione di questo immenso patrimonio.
Storia, arte, cultura, e perchè no, anche tradizione enogastronomiche. Migliaia di persone tra le viuzze del centro storico con uno sciamare continuo di “catojo” in “catojo” – le cantine private che i badolatesi hanno ape