Rosarno, doppio annullamento della Cassazione in favore di Filardo Giuseppe, condannato a 13 anni di reclusione per associazione mafiosa

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Doppio annullamento della Cassazione in favore di Filardo Giuseppe, da Rosarno, condannato a 13 anni di reclusione per il delitto di associazione mafiosa. In accoglimento del ricorso presentato dall’avv. Mario Santambrogio, il Supremo collegio ha, per la seconda volta,  annullato con rinvio l’ordinanza del Tribunale di Sorveglianza di Reggio Calabria che aveva negato all’imputato Filardo il beneficio della detenzione domiciliare.
Il Filardo era stato arrestato nell’ambito dell’operazione di polizia denominata “All Inside” e condannato dal tribunale di Palmi alla pena complessiva di anni 13 anni di reclusione.

Dopo un primo annullamento da parte della seconda sezione della Corte Suprema, il Tribunale  di Sorveglianza di RC aveva nuovamente rigettato la richiesta di concessione degli arresti domiciliari o di sospensione della pena ritenendo che lo stato di malattia del Filardo, pur presentando molti profili di criticità, non potesse comunque garantire le esigenze cautelari di non reiterazione del reato per via della sua pericolosità sociale discendente dall’appartenenza alla cosca mafiosa dei Pesce di Rosarno.

Avverso la seconda ordinanza di rigetto, l’avv. Santambrogio aveva riproposto ricorso per cassazione rilevando come, in tema di garanzia del diritto alla salute, la giurisprudenza di legittimità avesse sempre posto l’accento sulla necessità di dare all’imputato la possibilità di potersi curare senza che lo stato di detenzione possa costituire un fattore di rischio per l’aggravamento delle sue condizioni cliniche; il difensore sottolineava pure come il suo assistito, avendo già trascorso ben 4 anni in regime di arresti domiciliari e non avendo durante il suddetto periodo dato motivo di nutrire dubbi sulla regolarità della sua condotta e sulla scrupolosa osservanza delle prescrizioni imposte dall’Autorità Giudiziaria, avesse implicitamente dato prova della mancanza di pericolo concreto ed attuale in ordine alla reiterazione di condotte delittuose.

La Suprema Corte di Cassazione, condividendo le osservazioni svolte dall’avv. Santambrogio, ha annullato con rinvio l’ordinanza del Tribunale per un nuovo giudizio.

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