Dalle pendici d’Aspromonte in Brianza, passando per l’America, fino a conquistare il tetto del mondo nella disciplina “Prova 2X20”, suggestiva disciplina a cui prendono parte due cavalieri e una mandria di 20 vitelli, in cui l’obiettivo principale è quello di riuscire, con il proprio cavallo, a separare dalla stessa mandria i due capi con il numero assegnato dalla giuria e condurli, con l’aiuto di un solo compagno, lungo un percorso ben definito. Questa prova prende spunto dal lavoro quotidiano fatto ancora oggi da cowboy di tutto il mondo, che conducono le mandrie da un pascolo all’altro e che hanno spesso la necessità di dover separare i capi e di intervenire solo su alcuni di loro. E’ la favola del giovane “cowboy” deliese Stefano Battista, 30 anni, che, selezionato tra gli 11 migliori italiani per partecipare al campionato del mondo in South Dakota (Stato federato degli USA situato nelle alte pianure del Midwest), insieme al compagno di squadra Filippo Papetti, ha guadagnato il gradino più alto del podio, grazie alla tenacia, ad un’ottima predisposizione al lavoro con i vitelli, a un cavallo con un ottimo “cow sense” e, soprattutto, allo spirito di squadra. Tutti requisiti che hanno portato i due italiani al successo in questa disciplina spettacolare e divertente. D’altra parte, Stefano ha nel sangue la passione per i cavalli, trasmessa dal papà. Tutto ha inizio da piccolo, a “Pittaserra”, la loro campagna, con i cavalli di famiglia: il cuore di Stefano inizia a battere all’unisono con quello di “Arvin”, un bellissimo “Quarter Horse”, una razza americana selezionata nell’800 dai cowboy per lavorare con il bestiame e chiamata così perché la più veloce nel “quarto di miglio”. Poi, tanto trekking tra i sentieri dell’Aspromonte, che ama profondamente, fin quando si è trasferito in Brianza. Qui, ha continuato a coltivare la sua passione completandola con studio, tecnica e agonismo. In South Dakota, Stefano, che oggi è tecnico istruttore di primo livello per monta Western, ha gareggiato con la sua “Mimosa”, giovane “paint horse”, cavallo sempre originario degli USA, noto per la bellezza del suo mantello pezzato. La giornata ha avuto inizio con la gara di “working cow horse”, un debutto per la delegazione italiana per poi dare inizio, nel pomeriggio, alla Coppa del Mondo “Prova 2X20”. “Impossibile descrivere l’emozione di tutti -commenta Stefano sul suo profilo fb- ma non vogliamo sfigurare nella disciplina che ci appartiene”. I 22 partecipanti rappresentano Italia, Germania, Colorado, Wyoming, South Dakota, Kansas e Nebraska. Stefano e Filippo hanno la meglio su tutti gestendo la gara in modo esemplare. Per loro è meritata gloria.
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