I finanzieri del Comando provinciale di Roma, in esecuzione di un’ordinanza di custodia emessa dal Gip del Tribunale di Roma su richiesta della locale Direzione distrettuale antimafia della Capitale, in coordinamento con le DDA di Milano e Genova, per reati inerenti il traffico internazionale di sostanze stupefacenti, hanno arrestato a Roma e provincia, a Milano, Lodi e Catanzaro, alle prime luci dell’alba nove persone. Secondo gli inquirenti gli indagati importavano cocaina dai Caraibi a mezzo container o all’interno di valige, facendo leva anche sulla vicinanza di alcuni dei membri dell’organizzazione a potenti cosche di ndrangheta, organizzazione mafiosa leader mondiale del narcotraffico. Nell’ambito dell’operazione, denominata “Buena Hora 2”, sono state condotte numerose perquisizioni nel Lazio e in Lombardia. Le Fiamme gialle del Gruppo investigazione criminalita’ organizzata del Nucleo di polizia tributaria, anche attraverso numerose intercettazioni telefoniche e pedinamenti, hanno accertato l’esistenza di “una agguerrita organizzazione, attiva prevalentemente nella capitale e con ramificazioni anche in territorio milanese ed a Santo Domingo”, dedita al traffico di droga: grazie a “diversi illeciti contatti con soggetti operanti in aree portuali ed aeroportuali”, i narcotrafficanti contavano di ottenere l’ “uscita sicura” dagli scali dei container e dei bagagli con gli stupefacenti.
Nel corso delle indagini, importanti elementi di riscontro sono stati acquisiti con il sequestro a Genova, il 18 settembre 2013, di 283 kg di cocaina nascosti all’interno di un doppio fondo, ricavato nella base di un container imbarcato su una motonave in transito nel porto ligure e carico di banane provenienti da Santo Domingo.
La cocaina, di elevata qualità e purezza, destinata al mercato illegale dell’Italia centrale e, in parte, a Milano, avrebbe fruttato, con la vendita al dettaglio, almeno 60 milioni di euro. Allo stesso gruppo criminale sono stati attribuiti anche due distinti tentativi di importazione di cocaina, rispettivamente di 50 kg (giugno 2013) e di 60 kg (luglio 2013), entrambi non andati a buon fine per problemi imprevisti.
In entrambi i casi, l’organizzazione aveva programmato di far giungere lo stupefacente a Roma da Santo Domingo all’interno di valige, che poi sarebbero state fatte uscire “in sicurezza” dall’aeroporto di Fiumicino, “grazie a non meglio precisate aderenze dei membri dell’organizzazione presso l scalo aeroportuale”.