Riceviamo e pubblichiamo:
Nell’interesse del mio assistito, il sig. Pesce Carmine, faccio riferimento all’articolo pubblicato in data 11 gennaio u.s. dal titolo “Tentano di rubare auto sotto sequestro, arrestati due rosarnesi e 3 pescaresi”, nel quale tutti gli indagati sono stati definititi con estrema leggerezza “ladri”, per evidenziare che l’istruttoria svolta in sede di udienza di convalida del loro arresto ha dato contezza di una realtà diversa da quella che “prima facie” si era presentata davanti agli inquirenti.
Infatti, essa ha consentito di chiarire che solo il proprietario del mezzo era consapevole dell’intrasferibilità del bene in quanto oggetto di provvedimento di sequestro operato dall’autorità giudiziaria nell’ambito di un precedente procedimento, mentre gli altri coindagati erano completamente ignari del vincolo di indisponibilità che su di esso gravava.
In particolare, è emerso che il ruolo rivestito nella vicenda dal sig. Pesce Carmine è semplicemente consistito nel mettere in contatto gli acquirenti abruzzesi, che già conosceva, con il proprietario del bene sequestrato senza che ciò gli comportasse alcun ritorno economico.
Ne è riprova il fatto che lo stesso Tribunale, nel non ritenere necessaria l’applicazione di alcuna misura cautelare, definisce il contributo fornito dal Pesce eventuale e marginale.
Cordialità.
Avv. Raimondo Paparatti