Coronavirus, l’Italia in pochi giorni, due giorni e mezzo circa, è divenuto il paese più contagiato d’Europa, il terzo nel mondo dopo Cina e Corea del Sud. E pensare che il nostro presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte sosteneva con nerboruta maniera fossero state attuate tutte le misure di sicurezza, idonee a contrastare l’emergenza definendole financo le più stringenti in Europa. Ma è palmare come qualcosa non sia stata appropriatamente statuita. Il capo della protezione civile e commissario straordinario in pectore per l’emergenza suffraga l’ipotesi circa la quale siano stati gli operatori sanitari a non riconoscere l’insorgenza del virus nei pazienti. Eppure le falle nelle operazioni di prevenzione e sicurezza sono state stigmatizzate da molteplici viaggiatori, i quali sostenevano nei giorni scorsi di non essere stati, anche presso gli aeroporti, sottoposti a tamponi o verifiche di alcun genere. I contagi crescono di ora in ora, undici città soprattutto in Lombardia, sono state poste in quarantena. Tre i morti. Mezz’Italia chiusa, tutte le attività socio-culturali sospese. Ma non era il caso di attuare aprioristicamente tali misure? Che sia stata sminuita l’ eventualità di una passibile emergenza?. Nel frattempo anche i virologi si dividono, fra costoro i quali sostengono la condizione “straordinaria di emergenza” e chi con fermezza rammenta come il Coronavirus Covid-19, sia pressappoco un’influenza con una mortalità di circa il 2%. La divulgazione e massificazione di notizie e referenze potrebbe indurre una ulteriore psicosi e panico. Sarebbe opportuno, limitarsi a dire d’essere accorti e vigili senza alimentare ulteriori preoccupazioni. Le paure sono giustificate, ma certamente enfatizzate anche da false notizie, che abbondano sulla rete. Speriamo l’emergenza sia breve, perché come Epicuro disse nella lettera a Meneceo, anche i dolori acuti passano, non ci resta che sperare senza ingenerare paure ingiustificate.
Francesco Grossi