È di iersera l’ultima restrizione annunciata dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte per il contrasto al Coronavirus. Chiusi i servizi “inessenziali” fra cui bar, pub, ristoranti, parrucchieri e centri estetici, restano aperte le farmacie e i negozi di generi alimentari, nonché in deroga, anche alcune fabbriche e centri di produzione ritenuti “essenziali”. Questo in ordine di tempo l’ultimo sacrificio chiesto dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte agli italiani, con misure sempre più draconiane nella speranza che in quattordici giorni la situazione divenuta ormai insostenibile possa cambiare. Annunciato altresì in giornata lo stanziamento di circa venticinque miliardi per il sostegno all’economia e al volano produttivo del paese, sempre più in crisi e sul lastrico. Ormai i casi, oltre dodicimila e i morti circa ottocentoventisette, non cessano di aumentare. Nominato ad acta un commissario per gestire la complessa emergenza, nello specifico il reggino Domenico Arcuri, già amministratore delegato di Invitalia. Il tutto mentre nella nostra regione ritenuta essere dall’Iss, inadeguata a fronteggiare un’eventuale emergenza, i casi di infezione salgono a circa trentuno. In tutto questo convulso panorama, il presidente regionale calabrese Jole Santelli avvia le pratiche per fronteggiare l’epidemia e annuncia l’istituzione di ulteriori quattrocento posti letto. Nei pressi dell’ex tendopoli di S.Ferdinando è stata altresì predisposta un’azione di sanificazione contro la diffusione del Covid-19. Nella speranza che le suddette misure intraprese dal governo abbiano gli effetti congrui a contenere l’epidemia, dobbiamo solamente attendere con fiducia nell’operato delle istituzioni rispettando le disposizioni delle autorità competenti. Cave virus, attenti al virus dunque. Che forse un giorno potremo dire tutti assieme di aver debellato, abbracciandoci e baciandoci tutti in comunità come disse il sociologo Norbert Elias.
Francesco Grossi