Una notizia che nessuno avrebbe mai voluto sentire, una di quelle che ti arriva addosso un giorno di settimana come tanti. Il cuore del Lupo Ciccio Zerbi alle 3:00 nella notte tra giovedì e venerdì, ha smesso di battere. Il bomber più temuto, rispettato e soprattutto amato del calcio dilettantistico calabrese non è riuscito a segnare il gol più importante della sua vita e battere così la morte che a soli 34 anni l’ha strappato alla moglie ed ai suoi tre amati figli, di cui uno di appena 8 mesi. Il destino beffardo l’ha preso in contropiede giovedì mattina alle 6.30, sulla Statale 682 Jonio-Tirreno, proprio mentre Ciccio stava andando a lavorare in cantiere come ogni mattina, perché lui era così, oltre che campione in campo, soprattutto uomo e grande lavoratore. Ogni soccorso si è rivelato inutile, i medici all’Ospedale Santa Maria degli Ungheresi di Polistena, hanno provato il tutto per tutto, ed il Lupo da grande campione tutto cuore ha lottato fino all’ultimo, ma il triplice fischio dell’arbitro Supremo ha messo fine alla sua partita più importante.
Appena saputo dell’incidente in centinaia tra amici e tifosi del bomber Zerbi, sono giunti presso il presidio ospedaliero di Polistena, per incoraggiarlo nella sua lotta, nella sua battaglia contro la morte. Sui social network tutto ad un tratto sono spariti post e link su altri argomenti, tutti hanno voluto dimostrare anche con un semplice messaggio, con la condivisione di un video o con una foto la loro vicinanza e il loro sostegno nei confronti di chi ha riempito di gioia le domeniche degli appassionati di calcio nella provincia di Reggio Calabria. Ma gli incoraggiamenti non erano per il campione, bensì per un grande uomo, e soprattutto un grande padre, capace di farsi benvolere da chiunque, sia nel campo che fuori dal rettangolo verde, grazie alla sua umiltà e professionalità che pochi sportivi dotati del suo talento hanno.
Chi conosceva il Lupo lo ricorda come una persona molto corretta e socievole, voluto bene da tutti. I suoi ex compagni, tramortiti dalla terribile notizia, sono orgogliosi di aver giocato con un campione come lui. Chi lo ha sostenuto sempre, grandi e piccini, in tutti i campi calabresi, e dopo ogni gol da lui realizzato è impazzito di gioia è sconvolto. Zerbi con le sue gesta, con i suoi gol, ma soprattutto con il suo carattere ha fatto innamorare due generazioni di tifosi nelle squadre in cui ha militato.
Ma dalle tre di quel maledetto venerdì rimarrà solo un ricordo indelebile della sua straordinaria carriera calcistica, fatta di grandi gioie nei 19 campionati disputati di cui la maggior parte (ben 9) vinti. Perché Ciccio Zerbi, che ha scritto un pezzo di storia nel calcio dilettantistico calabrese, vinceva ovunque andava. Il Lupo ha vinto nella sua Polistena trascinandola con 34 gol in Promozione, ha vinto a Taurianova portando i giallorossi in Eccellenza. Come non ricordare poi la grande ascesa fino alla Serie D con la Rosarnese, squadra dove è stato consacrato definitivamente come bomber di razza.
Ma Zerbi non ha lasciato solo un marchio indelebile nel firmamento calcistico della Piana, ha fatto innamorare tante altre piazze come Marina di Gioiosa dove ha conquistato il suo primo campionato, e poi Roccella, Siderno e Brancaleone.
Per poi finire…. e finire definitivamente a Cittanova. L’ indimenticabile stagione di quest’anno con la Cittanovese, trascinandola in Promozione dopo tanti anni, con i suoi 42 gol realizzati nel Campionato di 1° Categoria, dove è proclamato miglior marcatore della categoria a livello nazionale, e ha superato la quota 300 reti in carriera, senza mai una punizione o un rigore, a dimostrazione, se ancora ce ne fosse bisogno di essere uno dei più grandi fuoriclasse che negli ultimi anni hanno calcato i terreni di gioco dilettantistico calabresi.
Ma dopo la grande gioia, la notizia che ha sconvolto chiunque conosceva questa persona dall’animo buono e gentile, che ha sempre dato il massimo in qualsiasi partita da lui disputata senza mai fermarsi, fin quando nell’ultima corsa affannata, quella più importante, non è riuscito a continuare, fermandosi per sempre.
Adesso tutti gli appassionati di questo sport si chiedono, come saranno le domeniche e i lunedì senza mai più vedere il suo nome nel tabellino dei marcatori, o senza che i radiocronisti delle varie stazioni radiofoniche che si occupano di calcio urlino a squarciagola “goool del Lupo Zerbi, ancora lui”.
Per noi, per gli appassionati, niente sarà più come prima, ma non possiamo nemmeno immaginare come sarà per la moglie ed i tre figlioletti ai quali, unitamente a tutti i familiari la redazione di Zmedia porge le più sentite condoglianze
In ricordo di questo grandissimo campione sia dentro che fuori dal campo, la redazione di Zmedia, ha reso pubblica sul web l’ultima intervista fatta a Francesco “Lupo” Zerbi a cura di Francesco Tripodi, pubblicata sul mensile Terra di Mezzo.
Francesco Tripodi