L’emergenza sanitaria che ha interessato tutta l’Italia e la paralisi produttiva che sta affliggendo il nostro territorio ha prodotto delle situazioni di disagio e di indigenza anche all’interno della Tendopoli, i cui ospiti non possono recarsi al lavoro e non hanno, pertanto, nessuna capacità di spesa per provvedere ai bisogni alimentari.
Questo aspetto, unito alla necessità di attuare tutte le misure di prevenzione (distanziamento sociale, quarantena, igiene) utili a scongiurare qualunque pericolo di contagio anche presso la popolazione migrante, ha suggerito di attivare un servizio di somministrazione di pasti all’interno del campo.
A questo risultato, non scontato e non facile, si è arrivati grazie alla operosa attenzione dell’assessore Nino Spirlì, vicepresidente della Giunta Regionale, che ha raccolto le sollecitazioni delle amministrazioni comunali unitamente a quelle delle associazioni di volontariato, le quali si erano dichiarate disponibili a contribuire al successo dell’iniziativa.
Oggi, come già ampiamente già annunciato dalla stampa, avrebbe dovuto avere inizio il suddetto servizio.
La reazione degli ospiti della Tendopoli, di fronte alle cucine della Protezione Civile e al fervore dei volontari, è stata molto diversa – anzi opposta – rispetto alle attese.
Si è assistito, infatti, da parte di un gruppo di facinorosi, a un incomprensibile e inatteso rifiuto del servizio di mensa, accompagnato da atteggiamenti minacciosi e provocatori che invece di essere circoscritti e neutralizzati, venivano tollerati da una maggioranza silenziosa e passiva.
Non esito a definire sconcertante e tristissimo questo episodio che, vanificando tutti gli sforzi fin qui profusi per garantire – pur tra mille difficoltà – condizioni di vivibilità e di sicurezza per i migranti e per tutto il territorio, testimonia la complessità del fenomeno migratorio, attraversato anche da limiti e da contraddizioni.
Sarà necessario avviare una riflessione su quanto è accaduto, senza negare la gravità di comportamenti a cui è doveroso reagire con fermezza ma determinati a evitare qualunque demonizzazione sommaria, attenti a proteggere sempre gli ultimi e chi vive una condizione di vulnerabilità.
Andrea Tripodi, sindaco di San Ferdinando